Attaccata dal governo e difesa dai colleghi, la giudice Iolanda Apostolico ha deciso di dire la sua in merito al caso (più mediatico che giuridico) che la vede suo malgrado coinvolta. “Non voglio entrare nella polemica, né nel merito della vicenda – ha detto – Il mio provvedimento è impugnabile con ricorso per Cassazione, non devo stare a difenderlo. Non rientra nei miei compiti. E poi – ha concluso – non si deve trasformare una questione giuridica in una vicenda personale”. Poche parole, quindi, con cui la giudice ha cercato di riportare la questione nel solco squisitamente giudiziario e che arrivano dopo accuse pesantissime.

L’Associazione nazionale magistrati di Catania, in tutto ciò, si è schierata in sua difesa, “esprimendo una posizione ferma e rigorosa a tutela della collega, persona perbene che ha lavorato nel rispetto delle leggi, e respinge con sdegno le accuse a lei rivolte. Il rapporto tra potere esecutivo e giudiziario andrebbe improntato a ben altre modalità“, ha affermato il presidente della sezione etnea dell’Anm, il giudice Alessandro Rizzo. “Quelle che abbiamo letto sono parole sbagliate per toni e contenuti e non sono consone ai rapporti tra magistratura ed esecutivo”, ha aggiunto, riferendosi alle uscite della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del suo vice Matteo Salvini.

Lunedì mattina, infatti, la premier ha attaccato in prima persona con un post dei social la magistrata che ha disapplicato il decreto Cutro del 10 marzo scorso ritenendolo contrario al diritto dell’Unione europea e non convalidando perciò i provvedimenti di trattenimento in un Cpr (Centro di permanenza per il rimpatrio) emessi dal questore di Ragusa nei confronti di tre cittadini tunisini richiedenti asilo. La premier si è detta “basita” dalla decisione, accusando la giudice di “scagliarsi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto” e addirittura di voler “favorire l’immigrazione illegale“. Poco dopo anche il vicepresidente del Consiglio ha ripreso gli articoli pubblicati da alcuni giornali di destra a proposito di vecchi post sui social in cui Apostolico mostrava simpatie di sinistra, parlando di “notizie gravi ma purtroppo non sorprendenti”.

“La magistratura esamina i ricorsi anche contro provvedimenti dell’autorità amministrativa e li decide sulla base delle leggi”, puntualizza il presidente dell’Anm Catania. “Il fatto che una questione abbia significato politico è vicenda di tutti i giorni. La magistratura si occupa spesso di cose che hanno ricadute politiche, ma ciò non può legittimare la convinzione che dietro le decisioni dei giudici ci siano motivazioni politiche e che la magistratura faccia politica. Se la legge prevede che certi provvedimenti, come quelli relativi alla restrizione della libertà degli individui, sono contestabili, significa che il magistrato è libero nella sua determinazione di convalidarli o meno. Oppure pensiamo che le decisioni debbano essere tutte a senso unico? Spingere su toni così aggressivi è fuori luogo e ci allontana dai reali problemi della giustizia”. Da registrare, inoltre, la presa si posizione di Eugenio Albamonte, ’ex segretario di Area: “Anziché percorrere la strada delle impugnazioni, si preferisce la strada dell’aggressione nei confronti della giudice di Catania scavando nella sua vita privata per capire quali siano i suoi orientamenti personali, e questi sono comportamenti non degni di una democrazia”. Per il magistrato “c’è una involuzione molto forte del governo attuale nel rispettare il ruolo della magistratura”.

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