Faceva il pizzaiolo in un locale di Sant’Etienne, in Francia, Edgardo Greco, killer della ‘ndrangheta arrestato il 2 febbraio, dopo quasi 17 anni di latitanza. È stato uno dei protagonisti della cruenta faida tra i clan calabresi “Pino-Sena” e “Perna-Pranno”, andata in scena all’inizio degli anni Novanta a Cosenza.

Greco, 63 anni, era in clandestinità dal 10 ottobre 2006, quando si sottrasse all’esecuzione di una misura cautelare in carcere, emessa dal gip distrettuale di Catanzaro. Il latitante dovrà scontare un ergastolo: è stato condannato per un duplice omicidio commesso a Cosenza nel 1991.

A carico di Greco pendeva un mandato d’arresto europeo emesso dalla Procura generale di Catanzaro nel 2014. È stato individuato e arrestato dai carabinieri del reparto operativo di Cosenza, nell’ambito di un’attività investigativa coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Greco, presunto affiliato alla ‘ndrina Perna-Pranno, egemone a Cosenza e provincia, è stato ritenuto corresponsabile dell’imboscata in cui, il 5 gennaio 1991, vennero uccisi i fratelli Stefano e Giuseppe Bartolomeo. I due, ricordano gli inquirenti, “ambivano a una maggiore autonomia e considerazione nell’ambito delle cosche cosentine” e furono “trucidati a colpi di spranga“, all’interno di una pescheria. I loro cadaveri furono fatti sparire e non furono mai più ritrovati. Greco è accusato anche del tentato omicidio di Emiliano Mosciaro, avvenuto sempre a Cosenza il 21 luglio del 1991. Sia il duplice omicidio che il tentato omicidio contestati a Greco sono riconducibili alla guerra di mafia che si scatenò nei primi anni Novanta nel Cosentino.

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