Dopo giorni di polemiche la svolta o quasi. Non servirà la querela per i reati in presenza dell’aggravante mafiosa oppure se chi commette il reato di lesioni è già soggetto a misure di prevenzione. Il testo è stato approvato dal consiglio dei ministri. Via libera quindi al ddl del ministro della Giustizia Carlo Nordio che rende perseguibili d’ufficio tutti i reati, nei casi in cui ricorre l’aggravante per mafia e terrorismo. La modifica della normativa era stata annunciata nei giorni scorsi dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dopo un caso che aveva fatto scalpore: durante un processo a Palermo la procura era stata costretta a chiedere la scarcerazione di tre imputati di lesioni aggravate dal metodo mafioso per mancanza della querela. I tre erano comunque rimasti in carcere in quanto detenuti per altri reati. Altri casi di cronaca che avevano fatto discutere riguardavano i responsabili di più furti che non erano stati arrestati per mancanza di querela.

Alcuni magistrati avevano criticato la riforma Cartabia per aver esteso il novero dei reati perseguibili a querela: in realtà sono 7 quelli aggiunti dalla riforma sui 60 complessivi la gran parte dei quali già in vigore da lungo tempo, mentre per altri 7 la riforma si è limitata ad ampliare i casi in cui è richiesta la querela per reati che già non erano procedibili d’ufficio. Del primo gruppo fanno parte, tra l’altro, le lesioni stradali non aggravate e la violenza privata. Del secondo gruppo, furto e lesioni personali. Ma tra i reati c’è anche il sequestro di persona.

L’Associazione nazionale magistrati aveva lanciato un appello un appello al governo: “Le recenti notizie di stampa in ordine alla probabile revoca di misure cautelari per reati diventati procedibili a querela, pur quando sia contestata l’aggravante del metodo mafioso o dell’agevolazione mafiosa, impongono un ripensamento, in tempi rapidi, delle scelte del legislatore” aveva detto Giuseppe Santalucia, presidente dell’Anm all’agenzia “In presenza di tal tipo di aggravanti anche il reato che, in astratto, può sembrare di non particolare gravità assume una fisionomia incompatibile con l’affidamento alle singole persone offese della possibilità di perseguirlo in concreto, secondo logiche di deflazione del carico giudiziario che sono accettabili soltanto in riferimento a reati autenticamente bagatellari”.

Il testo del Guardasigilli prevede che in caso di flagranza si procede con l’arresto e si concedono 48 ore di tempo per fare la querela: solo una volta scaduto questo termine il sospettato sarà rimesso in libertà. “Questa riforma ha creato criticità a cui il governo cercherà di rimediare con un intervento chirurgico e immediato nel più breve tempo possibile” ha detto illustrando la sua relazione sullo stato della giustizia alla Camera. “La riforma Cartabia era andata nella giusta direzione perché l’arresto a cui consegua quasi immediatamente la liberazione è assolutamente irrazionale” ha detto il ministro ammettendo però “le criticità” create dalla riforma a cui il governo intende rimediare. Intanto proprio per effetto della riforma Cartabia si è chiuso per ‘estinzione del reato’, e quindi senza conseguenze per l’imputata, il processo, celebrato a Torino, alla manager valdostanachiamata a rispondere di furto. La vicenda risaliva al luglio del 2019, quando la donna, all’aeroporto di Caselle, secondo l’accusa, si sarebbe impadronita di un Rolex e un braccialetto posati su un nastro trasportatore da un’altra viaggiatrice. Non essendoci una querela pendente, il tribunale ha preso atto che, in base alle nuove norme, mancano le condizioni di procedibilità. Processo finito.

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