Ora ci pensa il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ad affrontare la questione all’istituto “Viola-Marchesini” di Rovigo dove alcuni ragazzi hanno sparato a una professoressa con una pistola ad aria compressa, colpendola a un occhio e alla testa con dei pallini di gomma. Il docente di diritto romano non si è limitato alla consueta telefonata di solidarietà (comunque fatta) ma ha convocato per martedì 24 gennaio a viale Trastevere la dirigente Isabella Sgarbi alla quale ha chiesto una “relazione ufficiale e dettagliata dei fatti, del contesto in cui sono maturati e della partecipazione dei genitori al percorso educativo dei figli”. Valditara vuole metterci la mano in prima persona annunciando “decisioni conseguenti sulla vicenda”.

I fatti risalgono all’11 ottobre del 2022 ma sono emersi in questi giorni perché a seguito della sospensione eseguita dal Consiglio d’istituto per tutta la classe, un genitore aveva fatto ricorso e l’ha vinto per un difetto procedurale. La docente Maria Luisa Finatti, che insegna scienze e biologia, aveva anche denunciato tutti i 24 studenti di quella classe per i reati di lesioni personali, oltraggio e pubblico ufficiale, diffamazione a mezzo social e atti persecutori.

A ricordare la cronaca della vicenda è l’avvocato Tosca Sambibello, difensore della docente che al fatto.it spiega: “Abbiamo voluto che questo caso non cadesse nel vuoto. Il primo colpo l’hanno sparato all’inizio dell’ora, erano tutti complici con i banchi disposti in uno strano modo. Nessuno si è dissociato, la nostra assistita non poteva nemmeno lasciare la classe. Alla fine le hanno sparato di nuovo”. Il video dell’aggressione era stato pubblicato su Tik Tok e anche il sindaco di Rovigo era intervenuto per esprimere solidarietà alla docente. La professoressa in un’intervista a Repubblica aveva spiegato: “Hanno avuto il coraggio di spararmi per ben due volte, una all’inizio della lezione e poi anche alla fine. Quattro o cinque pallini, mi hanno colpito allo zigomi. E tutto per cosa? Per guadagnare follower su Instagram e TikTok. Sono uscita dall’aula piangendo”.

Il ragazzo che ha sparato e quello che ha filmato avevano avuto dei procedimenti disciplinari e la preside aveva commentato: “Come docenti, più che allarmati siamo affranti dal punto di vista educativo, perché i ragazzi non hanno percepito il disvalore del loro gesto, hanno reagito come fosse un gioco. Si è trattato di allievi di una prima classe, quindi giovani, che si sono anche autodenunciati. Non provengono da famiglie con disagio, sono ragazzi normali. Solo hanno preso la cosa come un gioco. Ma hanno irriso un pubblico ufficiale, non hanno capito la scala dei valori”.

E ora Valditara è pronto a prendere in mano la questione: “Contrastare fermamente il bullismo e la violenza a scuola e ripristinare nelle classi la cultura del rispetto sono due priorità della mia azione. Senza di esse non può esistere nessun sistema scolastico degno di questo nome”. Da parte dei legali della professoressa che ancora non hanno in mano nulla del Tar c’è comunque soddisfazione per la presa di posizione del ministro: “Purtroppo la dirigente non ci ha fatto avere la copia della sospensione o dell’annullamento del tribunale, ma grazie alla stampa è stato sollecitato il ministro che si occupa finalmente di cose che avvengono anche lontano da Roma”. Inutile invece tentare di parlare con la preside che con un messaggio telefonico fa sapere: “La questione è piuttosto delicata, complessa e già nelle mani degli inquirenti. Ritengo pertanto che, a tutela di tutto il personale e della nostra scuola, gli studenti e di tutti gli attori in campo, sia il momento di sospendere ulteriori dichiarazioni e lasciar lavorare i soggetti competenti”.

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