Familiari, amici, imprenditori, ex membri di governo accusati di averlo favorito, ma pure investigatori che si erano specializzati troppo nella caccia al latitante: toccati dall’ombra nera di Matteo sono caduti tutti, in un modo o nell’altro. Lui no, è ancora lì, libero e sfuggente: a ogni operazione, a ogni blitz, a ogni sequestro, i giornali scrivono che il cerchio intorno all’ultimo latitante di Cosa nostra si stringe sempre di più. Ma il centro di quel cerchio rimane sempre, inesorabilmente, vuoto. Tutto poteva finire una sera dell’aprile del 1997. Ad Aspra, un piccolo comune vicino a Bagheria, c’è una strada che si chiama via Milwaukee, come lo Stato americano in cui sono emigrati negli anni moltissimi pescatori della zona. È lì, in via Milwaukee, che il commissario Carmelo Marranca trova l’unico covo di Messina Denaro che sia mai stato scoperto. Da tempo i poliziotti erano sulle tracce di Maria Mesi, una bella ragazza dai tratti mediterranei. Ogni week end scompariva in via Milwaukee, inghiottita da uno dei palazzi della zona. Poi ricompariva a tarda notte, camuffatta con un cappello, una sciarpa e gli occhiali da sole. Chi è che va in giro di sera con gli occhiali da sole? Perché? E soprattutto dove? I poliziotti sospettano che Maria abbia una relazione. Un rapporto segreto con una persona talmente importante, che deve tenerne segreta l’identità: Maria Mesi è l’amante di Matteo Messina Denaro. La pedinano, individuano l’appartamento in cui va ogni fine settimana, piazzano una telecamera: da quel momento, però, nessuno in via Milwaukee si fa più vedere. Passano i giorni, i poliziotti decidono di fare irruzione. In casa non c’è nessuno, qualcuno è andato via in fretta: in frigo c’è ancora una confezione di caviale e delle costose salse austriache, sul comodino un foulard e un bracciale da donna acquistato in un’esclusiva gioielleria di Palermo. E poi una stecca di Merit, i videogiochi della Nintendo e persino un puzzle. Ma era difettoso: mancava un pezzo. Nell’appartamento i poliziotti trovano persino una lettera indirizzata alla casa di produzione per farselo inviare: evidentemente Messina Denaro è un perfezionista, uno abituato a badare anche ai dettagli più insignificanti. Sarà per questo motivo che ancora oggi l’unico pezzo mancante è lui. Ma chi è che quel giorno lo ha avvertito? Chi gli ha detto che il covo di via Milwaukee era stato bruciato nello stesso momento in cui i poliziotti lo avevano individuato? Come fa un fantasma ad avere ancora tutto questo potere?

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