Matteo Messina Denaro svolgeva periodicamente terapie e controlli nella clinica privata “La Maddalena”. Siamo in pieno centro a Palermo, nella zona di Lorenzo. Qui i carabinieri del Ros hanno compiuto l’operazione che ha portato all’arresto dell’ultimo superlatitante di Cosa Nostra, il boss che da 30 anni era diventato un fantasma. Dopo altri tentativi andati a vuoto, il blitz di questa mattina è stato quello definitivo: Matteo Messina Denaro è stato arrestato all’ingresso della struttura, prima che cominciasse la terapia. “Come ti chiami?”, gli hanno chiesto i carabinieri. “Sono Matteo Messina Denaro”: sono state queste le prime parole del boss. Con lui c’era anche Giovanni Luppino, di Campobello di Mazara: è ritenuto uno dei fiancheggiatori, l’uomo che avrebbe accompagnato il boss alla clinica per le terapie. Ha tentato di scappare ed è stato catturato in un bar a poche centinaia di metri dalla clinica.

Il tumore e il falso nome – L’inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Trapani) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido. La certezza è arrivata tre giorni fa. I magistrati, che da tempo seguivano la pista, hanno dato il via libera per il blitz. Messina Denaro si trovava in day hospital presso la clinica, dove si recava “per sottoporsi a terapie“, spiega il comandante del Ros dei carabinieri Pasquale Angelosanto. Messina Denaro un anno fa era stato operato per un tumore alla clinica Maddalena e da allora stava facendo delle terapie in day hospital nella clinica privata, una delle più note di Palermo. Nel documento falso esibito ai sanitari c’era scritto il nome di Andrea Bonafede. Secondo quanto emerso, il boss soffriva di tumore al colon e aveva metastasi epatiche. Per questo aveva necessità periodicamente di sottoporsi a chemioterapia.

Il blitz di Ros e Gis – Più di cento uomini e un quartiere assediato dai carabinieri sono stati necessari per catturare Matteo Messina Denaro. Un centinaio di carabinieri del Ros, del Gis e del comando provinciale di Palermo da questa mattina presidiavano la zona di San Lorenzo attorno alla clinica “La Maddalena”. “All’improvviso, intorno alle 8.30 si questa mattina, abbiamo visto almeno 200 uomini, tutti vestiti di nero e incappucciati. Sono passati qui davanti e poco dopo abbiamo sentito dell’arresto di Matteo Messina Denaro”, hanno raccontato all’Adnkronos i due baristi del Bar San Lorenzo di Palermo, a poca distanza della clinica Maddalena. I Ros hanno dispiegato un ingente numero di forze per mettere in sicurezza anche i pazienti che si trovavano ricoverati nella struttura. Quindi il blitz è scattato intorno alle ore 9, con tutti i militari a volto coperto.

L’arresto all’ingresso – L’area è stata sigillata con carabinieri ad ogni uscita della struttura. Messina Denaro, che aveva già effettuato il tampone per Covid e l’accettazione con un documento falso, era in attesa di eseguire i prelievi, la visita e la cura. Poco prima dell’arresto, probabilmente notando la presenza dei carabinieri, ha provato a dileguarsi dirigendosi verso il bar della struttura, che si trova all’ingresso. Lì è stato raggiunto dai militari e non ha opposto resistenza durante l’arresto. In quel momento, da parte di decine di pazienti e loro familiari, presenti in clinica, sono parti applausi e urla di incoraggiamento: “Bravi, bravi!”. Dopo l’operazione, è stato portato nella caserma dei carabinieri San Lorenzo in via Perpignano.

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Matteo Messina Denaro, l’arresto tra le urla e gli applausi dei pazienti ai carabinieri del Ros

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