Una “vittoria dello Stato”. Tutti i leader politici festeggiano l’arresto di Matteo Messina Denaro, l’ultimo superlatitante di Cosa Nostra, arrestato nel centro di Palermo dopo 30 anni di latitanza. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha telefonato al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e al comandante generale dei carabinieri Teo Luzi per congratularsi, racconta una nota del Quirinale. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni sottolinea la “grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi di fronte alla mafia”. L’arresto arriva a trent’anni esatti dall’arresto di Totò Riina, il capo dei capi della mafia, ricorda Meloni che ringrazia forze di polizia, e in particolare il Ros dei carabinieri, la Procura nazionale antimafia e la Procura di Palermo. Il governo – prosegue la premier – “assicura che la lotta alla criminalità mafiosa proseguirà senza tregua, come dimostra il fatto che il primo provvedimento di questo esecutivo – la difesa del carcere ostativo – ha riguardato proprio questa materia”. La premier, insieme al sottosegretario Alfredo Mantovano, ha osservato un minuto di raccoglimento davanti alla stele di Capaci che ricorda le vittime della strage nella quale persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. “E la fine di un incubo e l’inizio di un’era nuova che coinvolga l’intera città” per il sindaco di Castelvetrano Enzo Alfano. “E’ la vittoria dello Stato, del diritto – ha commentato il sindaco – non se ne poteva più di associare la città a questo latitante che è nato qui. E’ un momento di grande vittoria e dobbiamo festeggiare perché oggi si segna una data storica per la nostra città”.

“Grandissima soddisfazione per un risultato storico nella lotta alla mafia” aggiunge il ministro Piantedosi, appena sbarcato ad Ankara per un incontro con l’omologo turco. “Complimenti – ha aggiunto – alla Procura della Repubblica di Palermo e all’Arma dei Carabinieri che hanno assicurato alla giustizia un pericolosissimo latitante. Una giornata straordinaria per lo Stato e per tutti coloro che da sempre combattono contro le mafie”. Congratulazioni sono state rinnovante anche dai presidenti delle Camere Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana. “La lotta alla mafia non conosca tregua” sottolinea La Russa riprendendo le parole di Meloni. Fontana ha riservato un “pensiero commosso” a tutte le vittime di mafia e alle loro famiglie, citando in particolare Falcone, Paolo Borsellino e Rosario Livatino. Per il ministro della Giustizia Carlo Nordio “si chiude davvero una delle più drammatiche stagioni della storia della Repubblica. Con la cattura dell’ultimo super latitante, si rinnova altresì l’impegno quotidiano nella lotta ad ogni mafia e ad ogni forma di criminalità”.

Messaggi di tenore simile sono stati espressi dal ministro e segretario della Lega Matteo Salvini, dai leader di Azione-Italia Viva Carlo Calenda e Matteo Renzi, dal segretario del Pd Enrico Letta, dal presidente del M5s Giuseppe Conte. Il ministro dei Trasporti sottolinea: “È una bella giornata per l’Italia e che serve da ammonimento per i mafiosi: le istituzioni e i nostri eroi in divisa non mollano mai”. “La mafia alla fine perde sempre” twitta Letta – Un messaggio fondamentale di questo storico 16 gennaio”. “La mafia non deve vincere, la mafia non può vincere. Lo Stato non deve abbassare le difese né ora né mai” scrive Conte sempre su Twitter. L’ultimo comunicato a uscire è stato quello di Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia: “L’arresto di Matteo Messina Denaro, dopo 30 anni di latitanza e di ricerca senza sosta da parte delle forze dell’ordine, dimostra ancora una volta che lo Stato è più forte e la mafia non vincerà” si legge in un intervento sui social. “Con i nostri governi – rivendica Berlusconi – abbiamo dato nuovo impulso alla lotta contro la criminalità organizzata, con regole più efficaci: continueremo questa battaglia fino alla vittoria definitiva contro chi uccide e calpesta la dignità umana, contro chi opprime intere aree del nostro Mezzogiorno”.

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