Al cenone di Natale “se si è raffreddati, influenzati, o si ha un pochino di febbre è meglio stare a casa propria e non andare”. La raccomandazione ricorda quelle che gli esperti rilanciavano durante la pandemia. Ma, in questo caso, è legata alla stretta attualità relativa alla diffusione dell’influenza australiana, che per il virologo Fabrizio Pregliasco può realisticamente causare la morte di “ventimila” persone. È un numero che “ci può stare”, ha detto parlando a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, raccomandando appunto di evitare cenoni di Natale nel caso di sintomi. E sulla necessità di vaccinarsi contro Covid e influenza è intervenuto Marco Cavaleri, responsabile della strategia vaccinale dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco, che raccomanda il siero alla “popolazione vulnerabile, i più anziani, le donne incinte e i pazienti immunocompromessi” e sottolinea come la concomitanza “di virus respiratorio sinciziale, influenza e SarsCov2 metteranno sotto pressione il sistema sanitario europeo nelle prossime settimane”. L’Ema, ha ricordato anche Cavaleri, “è diventato il primo ente regolatore al mondo ad approvare un anticorpo monoclonale per prevenire gravi malattie delle basse vie respiratorie causate dal virus respiratorio sinciziale (Rsv) nei neonati e nei bambini”. Le dosi “dovrebbero essere somministrate prima della stagione del virus sinciziale, quando c’è un rischio di infezione nella comunità, o il prima possibile dopo la nascita per i bambini nati durante la stagione dell’rsv”. “I vaccini per l’Rsv sono in fase avanzata di sviluppo e un vaccino per la prevenzione della malattia respiratoria delle basse vie negli anziani è già in fase di valutazione presso l’Ema“.

“Picco tra Natale e Capodanno” – “Sta salendo il numero dei contagi – ha spiegato Pregliasco – anche se il picco per questa influenza ci dovrebbe essere subito dopo le feste”. Siamo in una fase di salita verticale della curva, toccheremo il picco tra Natale e Capodanno, con molti casi. La salita dei casi “andrà a esaurirsi alla fine del mese di gennaio”, ha precisato. Se poi nei giorni precedenti ai ritrovi delle festività si dovesse essere malati, meglio limitare il numero degli invitati “a una decina di persone”. Pregliasco nei giorni scorsi aveva inoltre precisato che, se in principio le stime parlavano di un bilancio finale pari a 6-7 milioni di italiani colpiti, adesso “possiamo attendercene almeno 10 milioni, ma potrebbero essere di più in funzione dell’andamento meteorologico, ossia se l’inverno sarà freddo e le temperature si manterranno basse per più tempo. E’ infatti un classico dell’influenza avere una maggiore possibilità di diffusione in condizioni di freddo intenso e prolungato”, ricorda il docente di igiene UniMi. Nei giorni scorsi Pregliasco aveva inoltre sottolineato che “l’efficacia del vaccino anti-influenza è confermata: come per il vaccino anti-Covid, l’azione più importante riguarda sicuramente la possibilità di evitare le complicanze e le manifestazioni più gravi della malattia, con una capacità protettiva dell’80% circa. Ma il vaccino antinfluenzale permette anche di evitare l’infezione, con un’efficacia che varia dal 50% al 70% da un anno all’altro e che dipende anche dalla tipologia di vaccino”. L’influenza australiana ha già fatto salire i ricoveri nei reparti da Nord a Sud, mentre le terapie intensive pediatriche di tutta Italia sono sotto pressione per l’epidemia da bronchiolite causata da virus respiratorio sinciziale che quest’anno è iniziata prima e sta facendo moltissimi contagi e ricoveri tra i più piccoli. Anche l’Ecdc (il centro europeo per il controllo delle malattie) ha puntato un faro sui dati che da tutta Europa mostrano “un alto rischio” per i sistemi sanitari di essere sottoposti “a pressioni severe” a causa del sovrapporsi di influenza stagionale, Covid 19 e bronchioliti e polmoniti infantili causate dal virus respiratorio sinciziale (Rsv).

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