“Questa è la risposta migliore alla repressione poliziesca e alla deriva reazionaria che abbiamo visto ieri alla Sapienza“. Così gli studenti di Opposizione studentesca alternativa spiegano l’occupazione del liceo classico Pilo Albertelli di Roma, iniziata questa mattina alle 8. Il riferimento è alle cariche della polizia contro gli studenti che manifestavano fuori dall’Università della capitale contro il convegno di Fratelli d’Italia. Le ragioni dell’occupazione non si esauriscono in questo, spiega il movimento studentesco, che protesta anche contro l’insediamento dell’esecutivo Meloni. L’obiettivo è mandare un segnale a un “governo che si insedia con premesse pessime: Valditara, complice del taglio di 10 miliardi su scuola e università della Riforma Gelmini, come Ministro dell’Istruzione e l’aggiunta del concetto di “Merito” al Ministero sono punti di partenza sconcertanti”, spiegano gli studenti.

Il movimento ricorda anche di avere presentato prima delle elezioni le Cento proposte per la scuola pubblica, sottoscritte da 136 candidati, tra Centrosinistra, Unione Popolare e Movimento 5 Stelle. Il timore di chi ha scelto di occupare è che “Il governo Meloni sarà un governo contro gli interessi delle studentesse e degli studenti. Invitiamo ad organizzarsi per mandare segnali che la scuola pubblica è pronta a difendersi contro chi vuole tagli, esclusione e elitarismo”. La Rete degli studenti sta anche valutando di estendere la mobilitazione ad altri istituti della capitale: “Adesso tocca a noi: raccogliamo il grido di lotta che arriva dall’Albertelli, seguiamone l’esempio e portiamolo in tutte le scuole di Roma”. Altre richieste del movimento studentesco sono l’abolizione della scuola lavoro e più fondi per l’edilizia scolastica, oltre che la difesa del “diritto all’aborto e lo stop invio di armi in teatri di guerra”.

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La meritocrazia a scuola comporta problemi, in primis le disuguaglianze di partenza

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