di Chiara

Nell’ultimo anno mi sono interessata molto più del solito a quello che accadeva nella mia città, Modena. Sono stata costretta, perché nel mio quartiere vogliono costruire un polo logistico della nota azienda Conad Nord Ovest. Ora, dopo tante proteste di cittadini e cittadine, il progetto sembra quantomeno ridimensionato. Tuttavia, ci sono ancora diversi punti di criticità.

D’altronde stiamo parlando del transito di tantissimi tir in un rione vicino alle residenze, di un immenso parcheggio per mezzi pesanti e di magazzini alti fino a 15 metri, in variante urbanistica, con inadeguate e insufficienti fasce tampone a protezione dell’abitato.

Mi chiedo spesso, nel 2022, chi pensi a questi interventi così “antichi”, perché li proponga e perché le amministrazioni non impongano fin da subito alle aziende di presentare quantomeno interventi con una adeguata progettazione e manutenzione delle aree verdi, per contrastare anche le emissioni da traffico e le isole di calore. Perché devono farlo notare i cittadini? Non è sufficiente verde frammentario e non continuo per definire sostenibile un progetto! E non è inoltre possibile che questi brand pongano, per un ritorno di immagine, pareti verdi fronte tangenziale, dove passeranno tantissimi potenziali consumatori, e non le prevedano consistentemente fronte residenze, dove vivranno invece delle persone!

Sono sempre più sconcertata perché mi sembra di vivere in un mondo parallelo. Un mondo dove i cambiamenti climatici non sono sotto gli occhi di tutti. Dove abbattere alberi alti e sani è considerato “normale”. Un mondo dove, quando si fa notare che Modena è tra le città più inquinate d’Italia, viene data risposta: “Sì, ma siamo in una buca!”. Non so. A me, a volte, sembra che la buca ce la stiamo scavando da soli! Greenwashing, il cosiddetto ambientalismo di facciata. Niente di meglio per identificare i problemi che affiggono anche la mia città.

Il 29 dicembre 2021, a Modena è stato assunto il Pug in consiglio comunale, il piano urbanistico per favorire nuove linee di sviluppo futuro per la città. Questo progetto del polo logistico, sebbene presentato prima dell’assunzione del Pug, non risulta conforme alle strategie del nuovo piano e delude molto questa generale lontananza: non vengono infatti promossi benessere e salute, non viene creato un sistema di aree verdi estese utili alla regolazione del microclima, alla riduzione degli inquinanti; si affatica il tratto di tangenziale, già considerato critico nel Pums e potrei andare avanti ancora. Ritengo pertanto doveroso un impegno concreto dell’amministrazione prima di approvare definitivamente progetti di questo tipo, che una volta terminati saranno irreversibili per la comunità!

Mi pongo altre domande sul tema. Il nuovo Pug di Modena, infatti, prevede nuovi boschi. Dove però? Pare su terreno agricolo coltivabile. Non mi sembra una “gran pensata”. Ma tant’è. E allora mi chiedo, ricollegandomi alla riflessione precedente, perché invece non pensare ad incrementare e rafforzare il verde urbano, desigillando asfalto, per contrastare le isole di calore e le emissioni, concentrate soprattutto nelle città?

Il polo logistico Conad prevede un parcheggio per i 500 tir giornalieri; accanto a questa futura immensa landa desolata, i cittadini modenesi avevano chiesto un’area verde ricavata dalla desigillazione dell’attuale parcheggio pubblico inutilizzato. L’amministrazione, in prima battuta, lo aveva promesso! Leggendo il nuovo progetto però, si è scoperta l’ennesima delusione: verranno rafforzati i parcheggi pubblici, mentre non è previsto il verde urbano promesso! In sostanza: più aree di sosta, meno parchi. Più isole di calore e meno alberi. Più traffico e ancora meno aria respirabile.

I poli logistici stanno sorgendo ovunque. E mi chiedo: cari amministratori, è davvero questo il futuro che ci state regalando? Mi auguro che vi rendiate presto conto che la parola “ambiente” non è solo uno slogan da campagna elettorale!

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