Un’opportunità di riqualificare un’area o l’ennesima costruzione che penalizza il quartiere Sacca di Modena? Al centro della discussione c’è il nuovo polo logistico Conad Nord Ovest. Il progetto – presentato a settembre 2020 – coinvolge una superficie di 97 mila metri quadri, in parte dell’ex comparto di produzione vinicola di Civ&Civ. Il sindaco Pd Gian Carlo Muzzarelli respinge le critiche e, interpellato da ilfattoquotidiano.it, ribadisce che si tratta di un’opportunità per potenziare “un settore essenziale” per l’economia del territorio, che aumenterà “la qualità ambientale e migliori strutture per la socialità”. Mentre Conad fa sapere che “segue le indicazioni dell’amministrazione”. A preoccupare i cittadini è l’impatto dei magazzini in costruzione, a pochi metri dal centro abitato: “Passeranno da qui circa 720 mezzi al giorno (distribuiti su due turni) – commenta Fabrizio Benelli del comitato Villaggio Europa – con conseguenze disastrose sul paesaggio e sull’inquinamento”. Le piccole modifiche presentate all’ultimo incontro tra cittadini e amministrazione, non hanno eliminato il malcontento. Il polo Conad rischia, è la denuncia dei comitati, di dare il colpo di grazia a un quartiere già saturo di edifici industriali: “Creeranno un ghetto. Così le nuove famiglie non vorranno crescere i loro figli qui – aggiunge Giampaolo Maini del comitato – Chiediamo di ridimensionare fortemente l’opera o di spostarla altrove”.

A meno di 2 chilometri dalla Ghirlandina – il monumento simbolo di Modena -, la Sacca è il frutto delle politiche industriali anni Cinquanta: accanto al complesso residenziale sorgono infatti numerosi impianti produttivi – “così chi abitava qui era vicino al luogo di lavoro”. Il quartiere ha ereditato diversi hub per gli autotrasporti, il carcere cittadino, un inceneritore – che brucia 240mila tonnellate all’anno di rifiuti provenienti da tutta Italia e, in futuro, anche un’azienda di automotive. Tradizionale bacino della sinistra locale, oggi il quartiere si sente tradito dall’amministrazione Pd: il via libera al Polo Conad Nord Ovest attirerà un investimento privato da 60 milioni di euro (di cui 20 nel settore tecnico – industriale), ma “acuirà i nostri problemi – sostiene Benelli – Stiamo perdendo un’occasione per aggiungere del verde pubblico o servizi alla cittadinanza”. Oltre a un’area di 56mila metri quadri già di suo possesso, Conad finanzierà la rigenerazione dei 41mila metri quadri dell’ex Civ&Civ – in disuso dal 2014 – e acquisirà un magazzino di Parmareggio. Il progetto è imponente, ma, secondo i cittadini e numerose associazioni, non lungimirante: prevede 80 baie di carico per i tir – “10 di queste di fianco alle case dove vivono anziani e bambini” – ed edifici con altezze dai 12 ai 30 metri – tra i quali un grande magazzino automatizzato, a poca distanza dal centro abitato e dall’unico parco della zona.

Non ci sarà occupazione di suolo – riconosce Maini – ma la volumetria del complesso aumenterà di 50 mila metri cubi”. Questa “muraglia” – come la definiscono i cittadini – rischia di alterare il microclima della Sacca e di renderla un luogo claustrofobico. Poi al momento Conad muove circa 210 mezzi al giorno, ma il nuovo polo ne porterà – secondo il comitato – 300 in più sulla già trafficata tangenziale che conduce all’autostrada. Così aumenterà l’inquinamento acustico e dell’aria nella zona: “Se i magazzini fossero vicino al casello si risparmierebbero 2 milioni di chilometri all’anno”. Una centralina installata di recente dalla cittadinanza ha rivelato che il quartiere è tra più critici di Modena per i valori di PM 2.5 e altri inquinanti. Inoltre, uno studio di dieci anni fa rivelava una stima di 13 metri quadri di verde pubblico per abitante attorno al Villaggio Europa, contro la media di 39 nel resto della città. Secondo Benelli, la situazione peggiorerà: “La legge prevede in un’area come la nostra almeno 9 mila metri di verde. Noi ne abbiamo 4 mila. Potevamo allinearci, ma non è stato previsto un vero piano per mitigare l’impatto ambientale del polo”. Anzi la creazione di una rotatoria per facilitare la viabilità verso l’area assorbirà – per il comitato – una fetta importante terreno permeabile e comporterà l’abbattimento di diversi alberi in salute. Al loro posto – ribatte il Comune – ci saranno 360 nuove piante, cioè quattro volte quelle attuali, ma i timori rimangono: “Saranno basse e sorgeranno dove c’è Conad, non in una zona pubblica”.

Muzzarelli però difende il progetto e ribadisce l’attenzione della sua amministrazione alle richieste dei cittadini: a un primo “assenso di massima” seguirà “una verifica tecnica sulla disciplina edilizia e sugli altri aspetti normativi (dalle emissioni agli scarichi), puntando a un miglioramento in termini di sostenibilità”. La data per l’inizio dei lavori non è stata ancora fissata. Quindi c’è ancora tempo per intervenire sulle compensazioni ambientali. Tra queste l’aumento della permeabilità del suolo dell’ex Civ & Civ, “tetti freddi per ridurre l’isola di calore, barriere acustiche tra il quartiere e la tangenziale, il rifacimento del canale diversivo del quartiere, per ridurre il rischio di allagamenti”. Oltre all’ampliamento dell’area parcheggi negli Orti utilizzati dai residenti e la costruzione di un centro per attività sociali, “con il fotovoltaico sul tetto in modo da ridurre i costi di gestione”.

Le modifiche introdotte nel piano fino a questo punto – come l’eliminazione di una palazzina dedicata agli uffici – però sono considerate insufficienti per il Villaggio Europa. Gli abitanti lamentano poi di avere poco peso nelle discussioni: “Quarant’anni fa quando Conad decise di insediarsi in questo territorio ci avevano coinvolto – spiegano Maini e Benelli – Oggi non c’è attenzione alle nostre esigenze. L’amministrazione mira solo a minimizzare l’impatto dell’opera e lo ha fatto anche nell’ultimo incontro con i cittadini. Si parla di 600 milioni di investimenti privati in città ma a quale prezzo”. Il comitato ha presentato 11 osservazioni, solo una però al momento è stata accolta. I colloqui con Conad non sono andati bene – “Ci hanno ascoltato una volta poi ci hanno detto di parlare con il Comune” – non convince l’indotto che dovrebbe portare il nuovo polo. Infatti saranno accentrate a Modena le attività prima svolte ad Anzola (Bologna). Quindi “se va bene, saranno spostati i lavoratori di quella sede” spiega Benelli. “L’incremento occupazionale diretto sarà di alcune decine di posti – ammette Muzzarelli – ma nell’area Conad e Parmareggio al momento contano oltre 300 occupati e l’alternativa sarebbe probabilmente la delocalizzazione in altre aree. E oltretutto – conclude – avremmo perso l’opportunità di rigenerare un’ex area industriale”.

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