Roma è sporca, negli ultimi mesi anche il centro storico è una cartolina imbarazzante: è più facile vedere un ufo che uno spazzino. Se al posto di Gualtieri ci fosse stata ancora Virginia Raggi, i giornalisti l’avrebbero arsa viva a Campo dei Fiori. Eppure, la tanto osteggiata Raggi ha con coraggio risanato l’azienda dei rifiuti (Ama) ed è andata avanti nonostante il costante boicottaggio della criminalità, della Regione e gli attentati agli impianti di trattamento meccanico biologico che hanno inevitabilmente rallentato la raccolta differenziata. Ora con poca lungimiranza si pensa di risolvere il problema bruciando i rifiuti, cioè costruendo un “termovalorizzatore”. Termine che rappresenta una truffa semantica, perché si tratta solo di un inceneritore. I rifiuti sono risorse e si valorizzano non bruciandoli ma riciclandoli, percorrendo la strada di un’economia circolare.

Anassagora di Clazomene 2500 anni fa affermò: “In natura nulla si crea, nulla si distrugge tutto si trasforma”. Bruciare i rifiuti significa solo trasformarli in milioni di nanoparticelle (come le PM1) che nessun filtro è in grado di catturare, infatti diversi studi scientifici dimostrano che nell’area circostante questi impianti, le patologie (compreso i tumori) sono superiori alla media.

Le domande che vorrei porre a un sindaco che, dopo l’esperienza di Malagrotta (ieri colpita da un grosso incendio, ndr), vuole costruire un inceneritore è: “farebbe costruire un tale impianto vicino casa sua?”. “Perché a pagare le conseguenze di certe scelte anacronistiche devono essere sempre incolpevoli comunità che, da un giorno all’altro, devono trovarsi a convivere con un mostro che inquina e con il deprezzamento delle loro abitazioni?”. Inoltre, le ceneri che restano dopo la combustione (circa un terzo di ciò che è stato bruciato) sono molto inquinanti e devono finire in discariche speciali il cui prezzo di gestione è elevatissimo, almeno dieci volte quello di una discarica tradizionale.

Per realizzare un inceneritore ci vogliono almeno 7 anni, quindi pensare di superare un’emergenza spendendo milioni e milioni di euro è una menzogna. Il problema dei rifiuti si risolve riducendone la quantità a monte, con la raccolta differenziata porta a porta, con il riuso, bandendo quei materiali non riciclabili, riducendo drasticamente l’usa e getta, con il trattamento meccanico a freddo dell’indifferenziato. La vera scelta sostenibile è costruire un’economia circolare, a rifiuti zero.

La norma inserita nel decreto Aiuti prevede l’assegnazione al sindaco di Roma della competenza per la gestione dei rifiuti. Ma cosa c’entrano gli inceneritori con il decreto Aiuti e con i fondi stanziati contro il caro vita e il caro bollette? Come avrebbe reagito la Lega se, per esempio, nel decreto avessero inserito lo Ius Soli? La scelta del governo è stata una mancanza di rispetto verso la prima forza politica del Parlamento. Per il M5s la transizione ecologica non è uno slogan, ma un credo fondativo e non cederemo.

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