L’ex procuratore generale della repubblica di Palermo, Roberto Scarpinato, intervistato in diretta su RaiNews24 dal programma SpotLive con Giancarlo Usai e Raffaella Cosentino, ieri sera ha dichiarato: “Noi (cioè gli allora pm della Procura di Palermo Antonio Ingroia e Roberto Scarpinato, ndr) già dopo le stragi abbiamo indagato Stefano delle Chiaie, unitamente a Licio Gelli, a Salvatore Riina e altri soggetti, perché secondo noi coinvolti in un progetto di destabilizzazione dello Stato connesso alla strategia stragista”. Scarpinato fa riferimento all’indagine ‘Sistemi criminali’ chiusa poi nel 2002 con decreto di archiviazione su richiesta dei pm da parte del Gip di Palermo nei confronti di tutti gli indagati. Scarpinato ha poi proseguito: “Nel maggio del 2001 fummo costretti ad archiviare perché non avevamo elementi sufficienti. Ma successivamente sono state acquisite importanti risultanze processuali che noi non conoscevamo ed è stato acquisito anche un documento ufficiale redatto dal 1992 nel quale si comunicava a più autorità che Stefano delle Chiaie nella primavera del ’92 si è incontrato con boss mafiosi e che era coinvolto nella strage di Capaci. E’ un documento del 1992, è stato riscoperto solo recentemente”. La puntata di Spotlive di RaiNews approfondiva l’inchiesta Spotlight “Trent’anni di depistaggi sulle stragi. Capaci e via D’Amelio tra verità occultate e zone d’ombra” di Raffaella Cosentino, a cura di Valerio Cataldi.

Le dichiarazioni di Scarpinato arrivano dopo il comunicato della Procura di Caltanissetta firmato dal Procuratore Salvatore De Luca in occasione delle perquisizioni disposte nei confronti del giornalista Paolo Mondani, autore dell’inchiesta della trasmissione di RAI3 Report trasmessa il 23 maggio sulla cosiddetta ‘Pista nera’ nelle indagini sulle stragi. Report aveva trasmesso in particolare un’intervista a Maria Romeo (compagna di un collaboratore di giustizia morto da anni, Alberto Lo Cicero) che ipotizzava il coinvolgimento di Stefano Delle Chiaie nella strage di Capaci e riferiva che Lo Cicero ne avrebbe parlato già nel 1992 ai magistrati palermitani, in particolare a Paolo Borsellino. Ogni ipotesi di coinvolgimento del marito è stata rigettata dopo la trasmissione dalla vedova Carola Delle Chiaie che ha minacciato azioni legali. Inoltre la Procura di Caltanissetta non sembra credere molto a quanto affermato da Maria Romeo sulle dichiarazioni dell’allora compagno del 1992.

Nel suo comunicato in occasione della perquisizione (disposta il 20 maggio ed eseguita all’alba del 24 dalla Dia ma poi revocata dalla Procura in serata) infatti, il Procuratore De Luca afferma: “Nell’ambito della trasmissione televisiva Report, andata in onda in data 23.5.2022, sono state inserite le interviste al Luogotenente dei Carabinieri in congedo Walter Giustini ed alla signora Maria Romeo.(…) il Lo Cicero, sia nel corso delle conversazioni intercettate, che nel corso degli interrogatori da lui resi, al Pubblico Ministero e ai Carabinieri, non fa alcuna menzione di Stefano Delle Chiaie(…). Questa Procura ha già espresso il proprio convincimento circa la sussistenza di mandanti e concorrenti esterni nella strage di via D’Amelio, chiedendo nel processo per il c.d. depistaggio la condanna degli imputati con la contestata aggravante di mafia, riguardante la finalità di coprire le alleanze di alto livello di cosa nostra in quel periodo. Tuttavia, le difficilissime indagini che possono consentire l’accertamento della verità devono essere ancorate ad elementi di fatto solidi e riscontrati. Per tali motivi questo Ufficio, che si era imposta la rigorosa consegna del silenzio, è costretto ad intervenire per smentire notizie che possano causare disorientamento nella pubblica opinione e profonda ulteriore amarezza nei prossimi congiunti delle vittime delle stragi, che si verrebbe a sommare al tremendo dolore sofferto”.

La sensazione è che ci sia una divergenza di vedute tra Caltanissetta e Palermo. Anche se a ben vedere la Procura di Caltanissetta non arriva a negare la ‘pista nera’, ma solo l’esistenza di un verbale o di un’intercettazione attribuibile già nel 1992 al collaboratore Alberto Lo Cicero che accreditasse la presenza di Stefano Delle Chiaie a Capaci. Ora c’è però l’intervista di Roberto Scarpinato a RaiNews24 sul documento che parla nel 1992 di delle Chiaie. L’ex procuratore generale non ha spiegato di cosa si tratti con esattezza e si possono fare solo ipotesi.

Il 23 maggio del 2022, il Fatto Quotidiano ha raccontato dell’esistenza di un’informativa dell’ottobre 1992 dei Carabinieri della Procura presso la Pretura di Palermo in cui si fa riferimento ad affermazioni di una fonte confidenziale che hanno ad oggetto la presenza di Stefano Delle Chiaie a Capaci nel periodo precedente la strage. Il fondatore di Avanguardia Nazionale morto nel 2019, va detto, è stato indagato più volte per altre stragi come quella di Piazza Fontana a Milano del 1969, quella della Stazione di Bologna del 1980, o le stragi del ‘Continente’ a Firenze e Milano del 1993, ma fu sempre archiviato o prosciolto o assolto. Come si concilia l’affermazione del comunicato del Procuratore di Caltanissetta De Luca con quelle a Rainews dell’ex Procuratore generale di Palermo Scarpinato? Vista la netta negazione della Procura di Caltanissetta su affermazioni di Lo Cicero relative a Delle Chiaie, potrebbe essere che la fonte delle confidenze ai Carabinieri su Delle Chiaie fosse non il collaboratore in persona ma la sua compagna di allora, Maria Romeo, che di recente ha ripetuto quelle affermazioni alla trasmissione Report.

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