A Chiaiano, periferia nord di Napoli, c’è una costruzione abusiva da abbattere, perché edificata in un’area vincolata. Detta così assumerebbe anche i contorni della buona notizia, per la certezza dell’abbattimento, in un’area in cui l’abusivismo è stato ed è una piaga. E invece i contorni sono quelli del paradosso, perché questa volta a essere nell’illegalità è lo stesso Stato. A dover essere abbattuta è infatti una scuola, costruita dal comune.

Nello specifico, una scuola dell’infanzia, progettata nel 2002 dal Comune di Napoli, all’epoca a guida Rosa Russo Iervolino. Una scuola che in quel periodo e in quel territorio (di lì a poco sarebbe cominciata una sanguinosa guerra di camorra) è necessaria. L’ok arriva nel 2004 anche da parte del ministero dell’Istruzione, i lavori partono quattro anni dopo, nel 2008: ma l’edificio viene costruito in un’area, la Selva di Chiaiano, vincolata dal 1997. È il Parco metropolitano delle Colline: una zona verde, una delle poche rimaste. Solo nel 2010, quando praticamente i lavori avrebbero dovuto essere completati, si scopre infatti che servirebbero le autorizzazioni della soprintendenza, che ovviamente non ci sono.

Da allora una scuola nuova, moderna, che potrebbe ospitare 400 bambini e che è costata un milione e mezzo di euro finisce completamente nell’abbandono. Passano 12 anni fino alla richiesta formale con cui, proprio in questi giorni, il Soprintendente Luigi La Rocca ha firmato il verbale con cui si chiede l’abbattimento definitivo dell’edificio. “Un’assurdità“, commenta Maria Teresa Imparato, presidente di Legambiente Campania. “Una vicenda che dimostra quanto male produca la mancanza di pianificazione e strategia a livello urbanistico nella nostra Regione. Ed è veramente paradossale che noi che ci occupiamo di ecomostri realizzati da privati oggi ci troviamo a commentare un abuso commesso dal pubblico!”.

Imparato si augura quindi che “si comprenda al più presto che non si può più andare avanti senza strategia, anche perché una scuola in quell’area sarebbe stata importantissima, un presidio dello Stato, un segnale ai cittadini. E invece a pochi giorni dalla chiusura dei bandi del Pnrr per l’edilizia scolastica ci troviamo a parlare di una scuola per cui sono stati spesi soldi pubblici, che non è mai stata utilizzata e il cui abbattimento richiederà altri soldi tra smaltimento e operazioni relative. Davvero una brutta storia”, conclude la presidente di Legambiente Campania.

Della stessa idea l’assessore all’Istruzione della Regione Campania, Lucia Fortini: “Penso sia un fatto di una gravità inaudita: è una struttura pagata con soldi pubblici e ovviamente anche l’abbattimento costerà e credo che questo avrà anche strascichi dal punto di vista giudiziario. La verità è che serve una programmazione oculata in tal senso, con la politica che oggi deve essere attenta al lato amministrativo, i due ambiti non possono camminare slegati”. Questo, aggiunge Fortini, specialmente “in un’area come Chiaiano dove la presenza delle scuole è importantissima, ci sarebbero stati tanti spazi idonei per realizzare un edificio, e invece…”. Secondo l’assessore, oltre agli errori del passato non arrivano buoni segnali in tal senso nemmeno oggi: “Mi confrontavo coi tecnici: in Campania sono arrivati ad oggi 110 progetti di edilizia scolastica nell’ambito del Pnrr… sono pochissimi”.

Articolo Precedente

Morte Lorenzo Parelli, dopo le cariche gli studenti tornano in piazza. “Atto di coscienza”, “società in crisi” e “generazione inascoltata”: i pareri di De Luca, Caselli e Di Cesare

next
Articolo Successivo

La pandemia non rinnova la didattica: dopo due anni aule, libri e sistemi di valutazione identici. Ma i prof hanno migliorato le loro competenze digitali

next