Il nuovo decreto è stato appena pubblicato in Gazzetta, con una lunga coda di dubbi e incomprensioni su come funzionano le nuove quarantene e sugli effetti che avrà l’estensione del Super green pass ai trasporti, in particolar modo per quanto riguarda gli studenti. Ma il presidente del Consiglio Mario Draghi già è costretto a intervenire con un nuovo provvedimento, da discutere in un Consiglio dei ministri che potrebbe essere convocato il 5 gennaio: l’ulteriore estensione del Super green pass a tutti i lavoratori. Una proposta che sta alimentando le tensioni nella maggioranza, dopo che giovedì in un’intervista a Repubblica Enrico Letta ha messo sul tavolo l’introduzione dell’obbligo vaccinale: “È il passo successivo”, ha detto il segretario del Pd. I democratici sono compatti, seguiti da Leu e Italia Viva. Anche Forza Italia è a favore, ma teme che quella di Letta sia una mossa per evidenziare ancora di più le divisioni con la Lega. Il partito di Matteo Salvini è assolutamente contrario, anche all’estensione del Super green pass al mondo del lavoro (un punto sul quale anche il M5s ha espresso i suoi dubbi), ma va registrata la presa di posizione a favore delle Regioni, quindi di molti governatori leghisti.

La nuova legge su cui ragiona Draghi, nonostante le ‘fumate nere‘ negli ultimi due Cdm, entrerebbe in vigore già il 10 gennaio, cambiando ulteriormente le carte in tavola. Di fatto, il premier spinge per arrivare a un ‘quasi lockdown‘ per i non vaccinati (ovvero il certificato verde rafforzato obbligatorio ovunque, tranne che nei negozi e per i servizi essenziali). Il fronte del ‘no’ al Super pass per tutti i lavoratori, in primis Lega e M5s – anche se con motivi diversi – si riduce sempre di più. A chiederlo a gran voce però sono i governatori, che anche ieri sera sono tornati alla carica. “Le misure introdotte finora dal Governo per l’emergenza Covid appaiono del tutto insufficienti. Si prosegue sulla linea delle mezze misure e del tempo perso”, attacca il presidente campano, Vincenzo De Luca, mentre il ligure Giovanni Toti va oltre e chiede l’obbligo vaccinale: “Per me si può fare domani mattina – dice – semplificherebbe la vita e le regole per tante persone: qui posso entrare-lì non posso entrare, punto fine“.

Le parole di Letta – “penso che ora bisogna prepararsi al passo successivo, cioè l’obbligo vaccinale” – hanno sortito il loro effetto. Nel Pd hanno subito rilanciato la proposta la capogruppo alla Camera Debora Serracchiani, la presidente dei senatori Simona Malpezzi, così come Andrea Marcucci, Piero De Luca e l’ex ministro Francesco Boccia. Per Forza Italia ha parlato la ministra per gli Affari regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini: “Nel governo è aperta una riflessione sia con riferimento all’obbligo vaccinale come anche alla possibile estensione del super green pass negli ambienti di lavoro. Forza Italia è favorevole a entrambe le soluzioni perché siamo consapevoli che il Covid si sconfigge solo con i vaccini”, ha spiegato al Tg1. Ma, è il suo ragionamento a Repubblica, “il ragionamento di Letta mira a spaccare il centrodestra”. A La Stampa parla il governatore veneto Luca Zaia, che a sua volta prova a evitare divisioni: “L’obiettivo è vaccinare tutti, non creare tensioni. Qualcuno ci spieghi quale sarebbe la modalità per la vaccinazione obbligatoria. Mandiamo la forza pubblica? Mi rifiuto di pensare che un Paese civile possa fare una cosa del genere”.

A Palazzo Chigi intanto si lavora intanto all’estensione del Super green pass al mondo del lavoro, non senza difficoltà: al momento appare difficile distinguere per categorie soggettive, come ad esempio tutti i lavoratori della Pa o tutti i privati. Un’altra criticità potrebbe essere quella dell’estensione del lasciapassare rafforzato a chi lavora nei Tribunali, ad esempio, che rischierebbe di creare non pochi grattacapi al sistema dei processi. Gli approfondimenti tecnici e legislativi sul tema continuano e all’inizio della prossima settimana potrebbero anche essere consultate le parti sociali, sindacati e imprese. Poi però c’è tutta la discussione politica. La Lega nell’ultimo Cdm ha fatto muro, il M5s ha sottolineato i suoi dubbi: quale sarebbe la ratio di distinguere tra lavoratori e un disoccupato. Draghi però punta a chiudere velocemente la partita, prima che cominci definitivamente quella sul Quirinale.

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