Il paradigma delle quarantene che viene stravolto nel silenzio generale del governo, demandando a una futura circolare le eventuali spiegazioni sulla nuova auto-sorveglianza. Le restrizioni per i non vaccinati che entrano in vigore solamente il 10 gennaio, mentre i contagi corrono arrivando a 126mila nelle ultime 24 ore. E ancora: nessun ricorso allo smart working, nonostante limitare la circolazione contribuirebbe a rallentare la curva dei positivi e poco o nulla per calmierare immediatamente i prezzi delle mascherine ffp2. Sono le contraddizioni che emergono analizzando le scelte prese da Mario Draghi e dal suo governo nel Consiglio dei ministri di mercoledì sera. Un nuovo pacchetto di norme che in teoria doveva servire a far fronte alla nuova variante Omicron, ma che – in attesa di dispiegare i suoi effetti – per ora ha creato caos e ulteriori dubbi tra i cittadini. Che di fatto sono chiamati a un surplus di responsabilità e di nuove pratiche, come ad esempio quella di auto-sorvegliarsi e di comunicare ai dipartimenti di prevenzione del territorio l’auto-liberazione dopo test molecolare o rapido negativo. Sulla carta, quindi, l’esecutivo non è intervenuto nemmeno per ridurre il ricorso ai tamponi e ridare respiro alle aziende sanitarie. Ma non è l’unico obiettivo disatteso nei 5 articoli del decreto di tre pagine firmato in serata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Prima l’allentamento, poi le restrizioni
Dal calendario di entrata in vigore delle nuove misure emerge un’inversione temporale dei provvedimenti: nonostante i contagi abbiano superato quota 100mila in un giorno, il governo ha deciso di far scattare subito gli allentamenti (ovvero la modifica delle regole sulla quarantena) e di posticipare invece al 10 gennaio le restrizioni per i non vaccinati (con l’estensione del Super green pass a hotel, piscine, fiere, ristoranti all’aperto ed altre attività). Il motivo, soprattutto per quanto riguarda la stretta sugli alberghi, è evitare di creare disagi al turismo nel periodo a cavallo tra Capodanno e l’Epifania. Se la crescita dei casi continuerà a questo ritmo, però, il rischio è che il governo si trovi costretto a intervenire con nuove restrizioni proprio a inizio gennaio. Per il momento, l’esecutivo non è nemmeno intervenuto sullo smart working nella pubblica amministrazione: il lavoro da casa è stato ripristinato in molti Paesi europei e alcuni, come la Francia, stanno studiando misure per incentivarlo anche tra le aziende private.

L’enigma delle nuove quarantene
Un altro motivo di caos riguarda la rivoluzione della quarantena, con il passaggio all’auto-sorveglianza per i contatti stretti di un positivo che sono vaccinati con booster o con due dosi da meno di quattro mesi. Un cambiamento radicale che non è stato accompagnato da alcun tipo di comunicazione istituzionale sulle ragioni di questa scelta, se non una breve nota al termine del Consiglio dei ministri: la conseguenza è lo spaesamento della gran parte dei cittadini, che faticano a capire le nuove norme. Ad esempio, c’è ancora confusione tra l’isolamento (il positivo che si isola per evitare di contagiare qualcun altro) e la quarantena (il contatto stretto di un positivo che si isola per precauzione). In più, emerge un paradosso: la nuova auto-sorveglianza dura 5 giorni, ovvero quanto la quarantena per i vaccinati con due dosi da più di 4 mesi. Inoltre, prevede sempre un tampone alla fine, ma non è chiaro quando. Insomma, per capire cosa fare se si è contatto stretto di un positivo bisognerà armarsi di tabelle e dizionario, sperando di comprendere a quale categoria si appartiene e cosa è necessario fare.

Impossibile controllare: tutto nelle mani dei cittadini
A questa generale confusione si aggiunge la complessità delle nuove regole e le oggettive difficoltà nella loro applicazione. La nuova auto-sorveglianza di 10 giorni, ad esempio, prevede comunque un tampone dopo 5 giorni se si è sintomatici e in ogni caso un altro test in uscita al decimo giorno. Ma chi farà mai i tamponi di controllo, visto che la comunicazione dei contatti stretti all’azienda sanitaria è completamente saltata? La maggior parte di loro sono ad oggi dei fantasmi. E la stessa obiezione riguarda anche l’altro obbligo previsto durante l’auto-sorveglianza: svolgere solo le attività essenziali (come lavoro o spesa), astenendosi da quelle ludiche o ricreative (dal ristorante alla palestra). Come si potrà verificare che un cittadino rispetti questa norma, visto che non è nemmeno prevista la revoca del green pass per i contatti stretti? La conclusione è che il governo, visto il gran numero di nuovi positivi e di persone che di conseguenza finirebbero in quarantena, per non congestionare l’attività economica di un intero Paese ha deciso di scaricare sul cittadino la responsabilità di auto-sorvegliarsi, senza poter garantire però alcuna forma di controllo.

La conferma si trova nella parte finale dell’articolo 2 del decreto, quello appunto sulle nuove modalità d’isolamento, che termina – testuale – “all’esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare effettuato anche presso centri privati a ciò abilitati. In quest’ultimo caso – si legge nella bozza del testo – la trasmissione, con modalità anche elettroniche, al dipartimento di prevenzione territorialmente competente del referto con esito negativo determina la cessazione del regime di quarantena e di auto-sorveglianza“. Tradotto: saltato completamente il tracing e in difficoltà la linea diretta tra i centri diagnostici privati e quelli pubblici, oltre all’auto-sorveglianza viene introdotto una sorta di auto-tracciamento, con il cittadino che deve avvisare la sanità pubblica (via mail) anche della sua auto-liberazione.

Dagli under 19 ai tamponi: le altre contraddizioni
Contestualmente, il meccanismo “premiante” per chi ha effettuato la terza dose lascia indietro i cittadini che sono ancora in attesa di ricevere il booster per via dei tempi della campagna vaccinale. Con gli hub già al completo, in molte Regioni risulta una missione quasi impossibile trovare un appuntamento nelle prossime settimane. Una preoccupazione che da oggi riguarda anche almeno un mezzo milione di studenti under 19 che sono senza la prima dose e quindi senza certificato verde: l’estensione del Super green pass a tutti i mezzi pubblici per molti di loro è un obbligo vaccinale di fatto. Senza l’immunizzazione, non possono andare a scuola se non con mezzi privati. L’obbligo di Super green pass per tutti i lavoratori, invece, è stato per il momento escluso. Le nuove misure, inoltre, hanno disatteso anche l’obiettivo di ridurre il ricorso ai tamponi per uscire dalla quarantena. Anche chi ha la terza dose, quindi libero di muoversi, ne deve fare almeno uno (due se ha i sintomi) per terminare il periodo di auto-sorveglianza e liberarsi dopo aver inviato alla sua Asl l’esito negativo del test. Allungando ulteriormente le code ai drive-through o fuori dalle farmacie. Infine, per quanto riguarda le mascherine ffp2, che diventano obbligatorie per utilizzare i mezzi pubblici, nel testo non c’è un provvedimento che blocchi immediatamente l’aumento dei prezzi. Bisogna accontentarsi dell’annuncio di un protocollo d’intesa che Figliuolo definirà “con le associazioni di categorie maggiormente rappresentative delle farmacie e degli altri rivenditori autorizzati al fine di assicurare, fino al 31 marzo 2022 e senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica”, la vendita di mascherine FFP2 a prezzi contenuti. “Il Governo monitora, attraverso relazioni del Commissario, l’andamento dei prezzi delle mascherine FFP2″. Che nel frattempo continuano a salire.

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