Arriva, come fu per DJ3, la notizia della deportazione dell’orso M57 dal lager del Casteller ad un’altra prigione-zoo in Ungheria. Il giovane orso M57 era da oltre un anno nella gabbia del recinto del Casteller, prigione per animali selvatici ai bordi della città di Trento. E in sordina, di nascosto, è stato spostato lontano, per togliere l’attenzione al problema. E, guarda caso, il timing dell’operazione è quanto mai scientifico da parte del presidente leghista Fugatti.

Trentino in zona gialla, tutti concentrati sulla pandemia, sui mercatini di Natale, così nessuno o quasi si accorgerà della questione. Orso lontano dal Trentino, un problema in meno!

Peccato che il Consiglio di Stato aveva recentemente emesso una sentenza nella quale si decretava che l’orso M57 dovesse essere liberato, con opportuno radiocollare, nei boschi del Trentino, previo assenso di Ispra. E Ispra, invece, ha detto che ciò non era possibile, perché M57 era troppo “incazzato” con l’uomo, che lo ha recluso prelevandolo nel suo habitat e pure questo si dice nella sentenza!

Ma se una sentenza decreta la liberazione nei luoghi natii e non viene rispettata e l’orso viene deportato, nel silenzio e omertà generale, va tutto bene? Viene spontaneo chiedersi se ci siano o meno i presupposti per valutare un’inadempienza della sentenza da parte della provincia di Trento, che ha tradotto l’orso in altro luogo invece che in Trentino, come doveva essere fatto secondo quanto emesso dal Consiglio di Stato.

Tutta la vicenda passa sotto l’indifferenza generale della popolazione trentina e della politica pseudo ambientalista di forze politiche che si definiscono “vicine” al rispetto della biodiversità.

Il comune di Trento, pur non avendo voce sulla gestione diretta degli animali selvatici che restano in capo alla provincia, non ha tuttavia mai preso posizione sulla situazione barbara del Casteller, trincerandosi dietro un’indifferenza glaciale a questi maltrattamenti che avvengono sul proprio territorio; compresi, purtroppo, i rappresentanti di partiti “storicamente” ambientalisti che in comune siedono e non si sono mai interessati alla vicenda! Non da meno anche in consiglio provinciale, dove invece la voce peserebbe parecchio, poiché lì con un ostruzionismo organizzato si sarebbe potuto spingere verso soluzioni migliori e diverse; ma, anche qui, a parte i consiglieri Coppola (Verdi) e Degasperi (Onda Civica Trentina) che ogni tanto hanno tenuto alta l’attenzione con interrogazioni varie, il resto dei consiglieri è rimasto indifferente a questa gestione fallimentare degli orsi trentini.

Certo, molti sono i problemi in questo periodo triste, ma ciò non significa ignorare deliberatamente questa gestione della fauna selvatica in Trentino; e, invece, gli orsi del Casteller non hanno avuto l’interesse giusto della politica ambientalista dei vari partiti antagonisti alla Lega di Fugatti, che così fa il bello e brutto tempo come vuole su questo tema.

E, grazie all’indifferenza generale, un altro orso se ne va dal Trentino, in maniera barbara e nonostante una sentenza del Consiglio di Stato ne decretasse la sua liberazione in loco. Onnipotenza pura della provincia di Trento, che contravviene addirittura ad una sentenza, senza alcun rispetto e con arroganza infinita. Il tutto nel silenzio generale della politica!

Naturalmente sono solo le associazioni animaliste-ambientaliste che tentano di tenere alta l’attenzione sulla gestione della fauna selvatica in Trentino; e alcune di loro continueranno a seguire la vicenda degli orsi, nonostante l’indifferenza generale; ricordo, peraltro i 25 sit-in tenuti da Oipa-Trento, con proposte e soluzioni alternative alla detenzione degli orsi, mai considerate dal presidente Fugatti, che anzi ha fatto di tutto per fermare la divulgazione delle proposte stesse.

Ma questa è la situazione nel Trentino, governato con la clava in stile medioevale. E ora attendiamo l’altro passo che chiuderà la storia degli orsi del Casteller: dove andrà M49? Sicuramente il presidente Fugatti sta già preparando l’altra mossa… anche qui nel silenzio totale di chi lavora dietro agli orsi, come servizio forestale, veterinari e funzionari vari.

E, nonostante l’impegno di alcune associazioni rimane il freddo disinteresse di chi parla di politiche ambientali e di benessere animale, senza tradurre in fatti e proposte reali nelle opportune sedi politiche.

Complimenti a tutti!

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