di Andrea Grigoletto, Italia Nostra Venezia

Proprio sulle aree della gronda lagunare, a nord di Venezia, scampate alla trasformazione in strutture portuali e industriali avvenuta negli anni Venti e Trenta del Novecento, è previsto nei prossimi anni un insediamento di servizi e attività nei settori trasportistico, sportivo, commerciale e turistico. Si tratta di una vera e propria espansione verso nord della città di Mestre. I territori interessati da questi interventi sono luoghi unici, tra foci di fiumi, paesaggi di bonifica, aree archeologiche e antiche fortificazioni, popolati da una fauna straordinaria (lepri, volpi, fagiani, garzette, aironi rossi e cenerini, ecc.), ritornata ad abitare queste terre in seguito alle limitazioni dell’uso di pesticidi e concimi chimici avviate negli anni Ottanta.

Anche dal punto di vista della tutela si tratta di ambiti preziosi, fortemente compenetrati nel sito Unesco “Venezia e la sua Laguna” e in cui sono presenti:

– aree dichiarate di notevole interesse pubblico ex D.M. 1° agosto 1985;

– zone caratterizzate da un elevato rischio archeologico per la presenza dei resti delle strutture urbane e periurbane dell’antica città di Altino e della strada consolare romana “Annia”;

– corsi d’acqua con vasti ambiti di tutela paesaggistica come i fiumi Dese e Zero.

Stiamo parlando di interventi quali: la seconda pista dell’aeroporto Marco Polo, il nuovo stadio del Venezia Calcio e la cittadella dello sport (con palasport, piscina olimpionica e varie altre strutture sportive), il Quadrante di Tessera, l’Alta Velocità ferroviaria, nuovi parcheggi e centri commerciali.

I singoli pezzetti di questo “mosaico” di nuova cementificazione sono una sorta di “quadratura del cerchio”: il completamento del grande progetto – avviato da Giuseppe Volpi e Vittorio Cini fra le due guerre mondiali – di modernizzazione, urbanizzazione e cementificazione degli ambiti lagunari di terraferma. Quelle che vengono proposte come opere volano di sviluppo economico e di occupazione, in realtà, contravvengono i basilari principi ormai consolidatisi in Europa sulla riduzione del consumo del suolo, e prendono per il naso le nuove generazioni che, come i ragazzi di Fridays for Future, chiedono più rispetto per l’ambiente e un futuro basato sull’economia circolare. Anzi, per almeno due di queste realizzazioni è stato richiesto l’intervento proprio del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

Stiamo parlando del collegamento di Alta Velocità ferroviaria con l’aeroporto di Venezia, inserito fra le opere finanziate dal Pnrr e che prevede quattro km di tunnel sotterraneo all’interno del sito Unesco in una zona geomorfologica delicatissima, ricca di paleoalvei di fiumi e in stretta relazione idrogeologica con la Laguna di Venezia. Il passaggio della ferrovia, inoltre, comporterà la totale demolizione del borgo storico di Ca’ Litomarino, tipico esempio di architettura rurale tradizionale veneta dei territori di bonifica, contro la cui distruzione ha preso posizione anche il Ministro della Cultura Dario Franceschini in sede di Cipess.

Ma i fondi del Pnrr sono stati chiesti anche per finanziare la progettazione della cittadella dello sport, con i suoi 33 ettari (minimo) di nuova edificazione (stadio, palasport, piscina olimpionica, ecc.), parcheggi e nuova viabilità. E, molto probabilmente, il Pnrr interverrà anche per l’ampliamento e l’ammodernamento dell’aeroporto di Venezia, visto che non più tardi di venerdì 26 novembre la società di gestione aeroportuale si è lamentata sulle pagine dei principali quotidiani veneti di essere stata ignorata dalla programmazione del governo: sicuramente qualcuno a Roma recepirà il “grido di dolore” e provvederà a colmare la lacuna.

L’idea di realizzare una “Nuova Mestre” a nord di Venezia comunque non è nuova: queste scelte urbanistiche trovano la loro genesi nelle giunte di centro-sinistra che hanno governato la Città per decenni (il cosiddetto Quadrante di Tessera è inserito a tutti gli effetti all’interno del PAT vigente) e prima ancora nella “Prima Repubblica profonda” e nel desiderio di Gianni De Michelis di realizzare a Tessera l’Expo del 2000.

Ora, che tutto questo venga realizzato con i finanziamenti Pnrr, ontologicamente destinati alla sostenibilità, alla transizione verso l’economia circolare e allo sviluppo green, appare quanto meno bizzarro.

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