Sono stati rinviati a giudizio i quattro giovani imputati a Tempio Pausania, in Sardegna, per violenza sessuale di gruppo. Il giudice per l’udienza preliminare Caterina Interlandi ha mandato a processo Ciro Grillo, figlio del comico e fondatore dei 5 Stelle Beppe, e dei tre amici Edoardo Capitta (difeso dagli avvocati Ernesto Monteverde e Mariano Mameli), Vittorio Lauria (legale Alessandro Vaccaro), e Francesco Corsiglia (avvocati Romano Raimondo e Gennaro Velle). Ciro Grillo è difeso dal cugino Enrico Grillo e da Andrea Vernazza. Prima udienza fissata il 16 marzo.

In aula a rappresentare l’accusa c’era il procuratore capo Gregorio Capasso dopo il trasferimento del sostituto Laura Bassani, che era titolare dell’inchiesta, al tribunale dei minori di Sassari. I quattro ragazzi sono accusati di violenza sessuale ai danni di una ragazza di 19 anni italo norvegese, nell’estate del 2019, nella villa estiva di Grillo a Porto Cervo dopo una serata trascorsa nei locali della Costa Smeralda. I fatti risalgono alla notte tra il 16 e il 17 luglio 2019: il presunto stupro di gruppo sarebbe avvenuto nel residence di Beppe Grillo a Cala di Volpe, in Costa Smeralda. La giovane, che oggi ha 21 anni, era con un’amica, che però non è una testimone oculare perché quella notte dormiva sul divano. E anche lei sarebbe stata vittima di abusi perché mentre dormiva i giovani hanno scattato delle fotografie in atteggiamenti osceni. La ragazza, che denunciò i fatti 8 giorni dopo, raccontò di essere violentata da Francesco Corsiglia, poi stata costretta a bere vodka e di essere stata poi stuprata in gruppo anche da Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Ciro Grillo. I quattro giovani negano gli abusi e sostengono che il rapporto fosse consenziente. La studentessa e l’amica che era con lei si sono costituite entrambe parte civili.

Secondo l’accusa, i quattro avevano conosciuto la ragazza al Billionaire, locale in Costa Smeralda: intorno alle cinque del mattino, lei e un’amica avevano accettato un invito ad andare a fare una spaghettata. “Mi è venuto in mente di urlare, non è che non mi è venuto in mente, ma non ci riuscivo…“ ha raccontato agli inquirenti la studentessa. A un certo punto sarebbe stata costretta a bere vodka. “Mi hanno tenuto la testa e fatto bere metà bottiglia. La mia testa ha iniziato a girare, ma io ero abbastanza lucida ancora… la mia amica non c’era, questi due (Capitta e Lauria, ndr) mi hanno accompagnato in una stanza, mi hanno detto che potevo dormire lì, che potevo stare tranquilla”. Durante il sesso di gruppo riferisce che Capitta, Lauria e Grillo “si davano il cambio e dicevano “fai veloce, tocca a me”, e cose del genere. Io non riuscivo più a gridare, non avevo più forza nel corpo, ero distrutta. E dopo non so, ho visto nero, non so più cosa sia successo e mi sono risvegliata al mattino, in un altro letto e in un’altra stanza”. Dopo aver bevuto, aggiunge, “mi sentivo sulle nubi, non sentivo più le braccia e le gambe. Nel primo episodio sentivo dolore, qui era come se il mio corpo fosse anestetizzato“.

“Il nostro impianto accusatorio ha retto” ha detto il procuratore di tempio Pausania, Gregorio Capasso. “Abbiamo assistito alla pubblicazione di frammenti di atti mal interpretati, oggi la gup ha risposto a questo tentativo di sgretolare atti che hanno un significato ben preciso – ha detto l’avvocata Giulia Bongiorno che tutela la studentessa che ha denunciato – Non sono felice ma sono soddisfatta, la mia assistita soffre tuttora e ho atteso per dire che si è assistito a una distorsione da parte di alcuni giornali e la ragazza è finita sul banco degli imputati, ma il materiale probatorio racconta una verità diversa“.

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