Un controllo rafforzato, con più passaggi delle forze dell’ordine: è la decisione presa dalla Questura di Genova dopo le minacce recapitate negli ultimi giorni a casa del fondatore del M5s, Beppe Grillo. Come riferiscono diversi quotidiani, nella villa a Sant’Ilario sono stati spediti prima un pacco Amazon – contenente una maglietta con la scritta www.ciro.org – poi una lettera scritta al computer con minacce alla famiglia: “Condoglianze, avrai lutti in famiglia nel periodo delle Feste“. Dopo questo secondo episodio, è stata informata la Procura, che ha aperto un fascicolo e delegato le indagini alla Digos. E si cerca di capire se ci sia un collegamento tra le minacce e l’inchiesta che riguarda il figlio di Beppe Grillo, Ciro: proprio oggi a Tempio Pausania si celebra l’udienza preliminare. La giudice Caterina Interlandi deciderà se rinviare a processo o archiviare l’indagine che coinvolge Ciro Grillo e i tre suoi amici Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, tutti accusati dalla Procura di stupro di gruppo ai danni di una studentessa (allora 19enne) e di violenza sessuale nei confronti di una sua amica.

Intanto, è stata aumentata la protezione intorno alla casa di Grillo. Nessuna scorta, ma polizia e carabinieri hanno rafforzato in maniera robusta la sorveglianza domestica, aumentando passaggi e soprattutto stazionamenti fuori dalla villa. Se l’episodio del pacco poteva apparire uno scherzo, la lettera ha fatto scattare una maggiore allerta: gli investigatori cercano di capire se i due episodi siano collegati e si siano opera di un’unica persona. Il messaggio è stato scritto al computer e non ci sono informazioni sul mittente, solo un francobollo. Un altro aspetto su cu indaga la Digos è appunto il possibile collegamento con l’indagine che coinvolge Ciro Grillo.

Alle ore 12 al Tribunale di Tempio Pausania si tiene l’udienza preliminare: a maggio la Procura di Tempio Pausania aveva chiesto il rinvio a giudizio del figlio del fondatore del M5s e dei suoi tre amici. Ora tocca al giudice Interlandi decidere se accogliere la richiesta dei pm o archiviare. I fatti risalgono alla notte tra il 16 e il 17 luglio 2019: il presunto stupro di gruppo sarebbe avvenuto nel residence di Beppe Grillo a Cala di Volpe, in Costa Smeralda. La giovane, che oggi ha 21 anni, era con un’amica, che però non è una testimone oculare perché quella notte dormiva sul divano. E anche lei sarebbe stata vittima di abusi perché mentre dormiva i giovani hanno scattato delle fotografie in atteggiamenti osceni.

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