Se viviamo in una Repubblica democratica il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ce lo dimostri: il preside dell’Istituto aeronautico “Antonio Locatelli” di Bergamo Giuseppe Di Giminiani deve essere a mio parere sospeso immediatamente dall’incarico e licenziato a seguito di un provvedimento disciplinare, che dev’essere aperto quanto prima.

Quanto avvenuto in questa scuola non è assolutamente tollerabile: un gruppo di ragazzi, davanti al preside, inneggia a Benito Mussolini urlando “Duce, duce”. E il capo d’istituto che fa? Prima sorride, poi pronuncia un “ciao ragazzi” e infine risponde con un gesto interpretabile come un saluto romano. Il tutto documentato da un filmato apparso su Wired e ripubblicato da ilfattoquotidiano.it.

Chiaramente l’avvocato del dirigente si è affrettato a smentire: il preside non avrebbe mai compiuto atti riconducibili ad apologia di fascismo, bensì salutato “senza che le braccia siano tese in modo tale da poter intendere” un saluto romano, se non “in un’ottica forzata”.

Ciascuno fa il suo lavoro e dal momento che non c’è alcuna legge (chiaramente) che ci dice di quanti centimetri il braccio debba essere alzato perché sia un saluto fascista, questa accusa, in un Paese assurdo come il nostro, cadrà. Peccato che quel braccio viene alzato un po’ più del solito non in un contesto di festa della Resistenza o alla celebrazione della fine dell’anno scolastico, ma in un clima ben definito dai ragazzi.

Ma ciò che non può passare inosservato al ministro dell’Istruzione è l’atteggiamento colpevolmente silente di questo signore che di fronte a dei ragazzi e delle ragazze che esaltano il dittatore fascista non fa nulla; non invita ad abbassare i toni; non chiede di smettere; non ricorda loro il passato; non scende dai gradini per parlare con loro; non censura quelle mani alzate e quelle grida ma resta indifferente. Anzi persino li saluta con il sorriso in volto.

Ricordo qui che la legge n. 645/1952 sanziona chiunque “promuova od organizzi sotto qualsiasi forma, la costituzione di un’associazione di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”.

Non è tollerabile che un dirigente scolastico, cioè il capo di un luogo dove si educa, non intervenga di fronte ad una chiara esaltazione del fascismo. Non è ammissibile, soprattutto dopo i recenti fatti di cronaca, che Di Giminiani torni nel suo ufficio come se nulla fosse.

È ora di finirla con il protezionismo dei dirigenti scolastici. Purtroppo tra loro, come tra i docenti, vi sono persone inadatte al ruolo di educatore e noi non possiamo più permettere che ciò accada.
In questi anni di fronte a presidi che hanno organizzato balli fascisti, a dirigenti che hanno simulato un palpeggiamento in pubblico di minorenni, a capi d’istituto no vax ho registrato come punizione, al massimo, una contravvenzione di qualche centinaia di euro.

Basta! Adesso basta! Ministro Bianchi, intervenga e dimostri che nel nostro Paese esiste ancora il rispetto delle leggi! Se non lo farà, altri si sentiranno liberi di inneggiare al fascismo come e quando vogliono.

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