“Un numero di barche impressionante e imbarazzante”: Marcello Presilla da più di dieci anni trascorre le vacanze nel Parco Nazionale di La Maddalena. Nel tempo ha visto la situazione peggiorare e, con una lettera a ilfattoquotidiano.it, conferma quanto scritto dai giornali nei giorni scorsi: “Quest’anno, in alcune zone, ad esempio la spiaggia I due mari, sembrava di essere in un’autorimessa“. Per non parlare di chi infrange i divieti: “Sono in tanti a non rispettare le distanze imposte dalle boe così come a lasciare rifiuti di plastica e mozziconi sulle spiagge”, aggiunge.

Come avviene in molte zone protette d’Italia, gli organi posti a vigilare sono sotto organico: “I controlli ci sono ma assolutamente insufficienti, ci sono i cartelli di non gettare le sigarette in spiaggia ma non li nota nessuno, servirebbe qualcosa di più incisivo che faccia capire alle persone che stanno rovinando un paradiso”, si sfoga Presilla, inviando foto e video che mostrano tra l’altro un sacchetto di rifiuti raccolti in un solo pomeriggio.

Molti turisti hanno segnalato delle macchie nere in alcune calette intorno a Caprera. Ma gli esperti fanno sapere che non è petrolio. “Tenderei a escludere la presenza di petrolio dalle immagini del video – dichiara Filippo Fratini, naturalista e biologo marino, esperto di monitoraggi subacquei – La sostanza scura che si vede sul fondale solitamente è sostanza organica depositata, principalmente vegetale, comune in zone riparate, piccole baie, porticcioli e lagune costiere, dove si creano strati ipossici e anossici tra i sedimenti, cioè poveri di ossigeno“.

Si può – almeno su questo aspetto – stare tranquilli. Ma anche Fratini, che prossimamente sarà relatore alla Notte Europea dei ricercatori coordinata da Frascati Scienza (in programma dal 20 al 25 settembre) avverte: “Il sovraffollamento nautico ha sicuramente un impatto negativo sull’ambiente, le immagini di Porto Madonna parlano da sole”. E aggiunge: “I sedimenti anossici aumentano in presenza di alghe aliene infestanti, in particolare dove la posidonia è in sofferenza e a La Maddalena, come in tante acque di Italia, è molto diffusa l’alga aliena Caulerpa cylindracea“.

I cittadini di La Maddalena, ma anche chi ha a cuore l’ambiente e sta osservando quanto succede in questo paradiso, chiedono né un turismo solo per pochi ricchi, né un turismo di massa incontrollato, bensì un turismo ambientale, sostenibile che rispetti le fragilità del posto.

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