“Voi avete fatto dei servizi importanti che rendono l’idea di come ci sia anche illegalità, che mostrano come ci siano degli imprenditori che si comportano in modo illegale, non applicano i contratti e non applicano le tutele. Ma io non posso credere che questa sia la regola dell’Italia e di tutti gli imprenditori”. Questo il commento di Italia Viva, attraverso le parole di Camillo D’Alessandro, membro della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, dopo aver visto un estratto della videoinchiesta del Fattoquotidiano.it sulle condizioni lavorative degli stagionali, realizzata nella Riviera Romagnola (PRIMA PUNTATA/SECONDA PUNTATA).

D’Alessandro, pur dichiarandosi “tra i più scettici rispetto al reddito di cittadinanza nella parte fallimentare delle politiche attive”, smonta l’alibi di molti imprenditori, alle prese con la carenza di personale, che hanno puntato il dito proprio sui sussidi dati a chi non ha un lavoro. “Non ritengo – afferma il deputato del partito guidato da Matteo Renzi – che ci sia un rapporto diretto tra il reddito di cittadinanza e la voglia di andare a lavorare dei giovani, perché se andate a vedere l’ultimo rilevamento su chi percepisce il ‘reddito’ in Italia la minor parte è proprio quella che riguarda i giovani”.

Ora la politica come intende intervenire? “Recentemente l’Europa ha varato il salario minimo e noi lo stiamo recependo, ma non risolvi né col salario minimo né con altro se ci sono sacche d’illegalità. E conclude: “è necessario ampliare i controlli, ma allo stesso modo è necessario puntare su uomini, risorse e talenti e sulla modifica del reddito di cittadinanza, per quanto riguarda il tema delle politiche attive, per rispondere alle sfide della transizione imposte dal Recovery Plan”.

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