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MARTA DASSÙ - 10/15

Dall'ex ministro dell'Economia nominato in Unicredit all'ex capo del Viminale chiamato a guidare la fondazione di Leonardo che si occupa di Medio Oriente. E poi l'ex viceministro di Renzi diventato vicepresidente dell'Eni e il sottosegretario alla presidenza del consiglio indicato come presidente della società dei Benetton: ecco le storie di chi ha imboccato una porta girevole, trasformandosi da decisore pubblico a dipendente di una lobby privata. Tutto assolutamente legale visto che in Italia non esiste una legge che regola il fenomeno delle revolving doors. Ilfattoquotidiano.it presenta il dossier sulle porte girevoli della ong the Good Lobby. UN DOCUMENTO INEDITO, CHE I NOSTRI SOSTENITORI HANNO RICEVUTO IN ANTEPRIMA ESCLUSIVA
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MARTA DASSÙ

Nata a Milano nel 1955, studiosa di politica internazionale, già direttrice generale delle attività internazionali di Aspen Institute Italia, direttrice dei Aspenia, rivista della medesima organizzazione, membro della commissione Trilaterale, della fondazione Italia-Usa, del comitato scientifico di Confindustria, editorialista di numerosi quotidiani. Consigliere per la politica estera di Massimo D’Alema e Giuliano Amato, poi sottosegretario agli Esteri nel governo guidato da Mario Monti, quindi viceministro quando a Palazzo Chigi c’era Enrico Letta, nel 2014 Dassù lascia la Farnesina ed entra nel cda di Leonardo, nominata dal governo di Matteo Renzi. Resta in carica fino al 2016, quando viene nominata nel consiglio di amministrazione (con incarico non esecutivo e da indipendente) della Trevi Finanziaria Industriale Spa, multinazionale dell’ingegneria e delle costruzioni con importanti commesse all’estero: tra i lavori più delicati quelli della messa in sicurezza della diga di Mosul. Un appalto valutato in circa 270 milioni di dollari.

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