Nato a Roma nel 1948, professore di Economia all’università La Sapienza. Sottosegretario allo Sviluppo Economico con Mario Monti, poi viceministro con Matteo Renzi che in seguito lo vuole pure come sottosegretario a Palazzo Chigi. Con Paolo Gentiloni fa il ministro della Coesione territoriale. Candidato e non rieletto nel 2018 con il Pd (sconfitto clamorosamente al collegio uninominale di Sassuolo) da alcune settimane è stato nominato presidente di Aeroporti di Roma (Adr), la società dei Benetton che gestisce gli scali di Ciampino e Fiumicino. Un mezzo ritorno visto che già negli anni in cui Massimo D’Alema era a Palazzo Chigi De Vincenti si occupava di aeroporti e autostrade in qualità di coordinatore del Nars, la struttura del ministero del Tesoro che regolava i servizi di pubblica utilità. Da sottosegretario alla presidenza del consiglio di Renzi, invece è l’autore di un carteggio che nei fatti dà il via libera all’acquisto in leasing dell’Airbus A340-500 da Etihad, meglio noto come Air Force Renzi. Come è noto l’operazione fu un flop e sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta. La procura di Civitavecchia ha acquisito varie missive di De Vincenti, compresa quella in cui spiegava che era meglio prendere l’apparecchio a noleggio perché comprarlo sarebbe costato “200/300 milioni di euro. Gli investigatori della Guardia di Finanza faranno notare come tale affermazione è “in contrasto con il valore dell’operazione di leasing ipotizzato in sede di inizio delle trattative, pari a circa 260 milioni di euro, solo in seguito ridotto a circa 170 milioni euro nella versione finale del contratto”. La speranza, per i Benetton, è che in futuro De Vincenti faccia meglio i calcoli.

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