Nato a Reggio Calabria nel 1956. Dirigente del Pci, poi dei Democratici di sinistra, è sottosegretario all’Editoria nel governo di Massimo D’Alema, alla Difesa con Giuliano Amato. Entra in Parlamento nel 2001 ed è più volte deputato e senatore. Dirigente del Pd, annuncia la sua candidatura alle primarie del 2018 prima di ritirarsi e sostenere Nicola Zingaretti. Sottosegretario con delega ai servizi segreti nei governi di Enrico Letta e Matteo Renzi, ministro dell’Interno con Paolo Gentiloni. Nelle scorse settimane ha annunciato le dimissioni dal Parlamento per accettare la guida della fondazione Med-Or, nuova creatura di Leonardo, il colosso della difesa e dell’aerospazio noto per mezzo secolo come Finmeccanica. A leggere i comunicati ufficiali Med-Or sarà “un ponte attraverso il quale fare circolare idee, programmi e progetti” dal Mediterraneo allargato all’Estremo Oriente. Nei fatti sembra somigliare a una sorta think tank creato per costruire rapporti e sinergie in Paesi che per l’ex Finmeccanica sono molto interessanti da un punto di vista strategico. Med-Or è una sorta di fondazione culturale che punta a sostenere le strategie industriali di Leonardo anche dal punto di vista geopolitico. In questo senso, chi meglio di Minniti? Uno che da ministro dell’Interno si è occupato anche di delicate incursioni all’estero, come quando per frenare i flussi migratori ha condotto la trattativa con le tribù libiche. In questo senso Minniti porta in dote numerose e profonde relazioni politiche e diplomatiche, sia sul fronte interno che su quello estero. E proprio nella stessa fetta di mondo in cui opererà la nuova fondazione di Leonardo.

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