Romano, classe 1954, già ministro dell’Ambiente, poi sindaco della Capitale tra il 1993 e il 2001, quando si candida premier per la coalizione di centrosinistra, ma viene sconfitto da Silvio Berlusconi. Ministro dei Beni culturali e vicepremier di Romano Prodi, più volte deputato e senatore, presidente del Copasir, leader della Margherita, fondatore del Pd e poi di Api. Nel 2016, quando ha lasciato la politica da tre anni, viene nominato consulente da Airbnb. In quel periodo il colosso dell’home sharing era impegnato in delicate trattative con gli enti locali di tutto il mondo. Chi meglio dell’ex sindaco di Roma per andare a parlare con amministratori sul piede di guerra? Un modello adottato anche altrove, visto che Airbnb aveva costruito una sorta di dream team di consulenti composto da ex sindaci: oltre a Rutelli c’erano Michael Nutter di Philadelphia, Annis Parker di Houston e Stephen Yarwood di Adelaide. “La grandezza di Airbnb sta nella sua capacità di agire come moltiplicatore di luoghi d’arte”, diceva in quei mesi il ministro della Cultura, Dario Franceschini, incontrando i vertici della società a Roma. Con loro anche Rutelli, che di Franceschini è stato il leader ai tempi della Margherita.
Politica
Porte girevoli tra politica e affari, da Padoan e Minniti a Pistelli: chi è passato dall’incarico pubblico al privato nello stesso settore
AVANTICapitoli
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1.Porte girevoli tra politica e affari, da Padoan e Minniti a Pistelli: chi è passato dall’incarico pubblico al privato nello stesso settore
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2.PIER CARLO PADOAN
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3.MARCO MINNITI
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4.LAPO PISTELLI
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5.CLAUDIO DE VINCENTI
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6.ANGELINO ALFANO
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7.MICHELE POMPEO META
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8.FRANCESCO RUTELLI
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9.FEDERICA GUIDI
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10.MARTA DASSÙ
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11.DOMENICO SINISCALCO
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12.VITTORIO GRILLI
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13.GIANFRANCO DELL'ALBA
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14.FRANCO BASSANINI
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15.MAURIZIO MARTINA
FRANCESCO RUTELLI - 8/15
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- 15:39 - Riforme: Boccia a Gasparri, 'proprio per rispetto a Repubblica manifestiamo 2 giugno'
Roma, 8 mag. (Adnkronos) - “Dico a Gasparri che non siamo certo noi i teppisti istituzionali ma piuttosto coloro che non avendo scritto la nostra Costituzione pensano oggi di stravolgerla. Noi manifesteremo il 2 giugno, con grande rispetto delle iniziative e della festa che si svolgeranno quel giorno, proprio per ricordare le radici della nostra Costituzione che ci ricorda che la nostra è una repubblica parlamentare”. Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia replica al senatore Maurizio Gasparri.
- 15:38 - Pace, un Manifesto oltre l'appartenenza politica: Alemanno e Rizzo contro guerra ed euro-casta
Roma, 8 mag. (Adnkronos) - Un Manifesto per la sovranità e i diritti dei popoli come strumento per fermare la guerra. Questa mattina l'illustrazione del progetto alla presenza dei cinque intellettuali ideatori del Manifesto, lo storico Franco Cardini, l’analista Stefano Orsi, il biologo Enzo Pennetta, l'atropologa Valentina Ferranti e il filosofo Andrea Zhok tutti d'accordo nel ribadire il no alla guerra lanciando un appello al mondo politico e culturale. Presenti a sostegno, due schieramenti politici che dagli antipodi "puntano a temi che vanno oltre l'appartenenza politica": Indipendenza di Gianni Alemanno e Massimo Arlecchino, Segretario e del presidente del Movimento con Marco Rizzo e Francesco Toscano di Democrazia Sovrana e Popolare.
“Oggi uomini di cultura e uomini politici provenienti dalle più diverse estrazioni ideologiche lanciano un appello per la pace e un atto di accusa all’Europa prigioniera un’euro-casta e immobile di fronte alle guerre - ha detto Alemanno - I leader politici italiani, invece di litigare sull’ultimo arresto di giornata, dovrebbero confrontarsi su come far assumere al nostro Paese un ruolo decisivo per ottenere un cessate il fuoco in queste ore drammatiche in Palestina e su come rispondere positivamente al segnale lanciato da Putin sulla disponibilità al dialogo con l’Occidente. Di fronte ai drammi del nostro tempo bisogna saper costruire fronti trasversali e una nuova visione politica per costringere le istituzioni italiane ad un intervento decisivo per la Pace", ha affermato Gianni Alemanno chiamando a raccolta "Santoro, Di Battista, i leader studenteschi" che ha invitato ad "uscire dalle proprie scatole chiuse".
"Noi - ha proseguito - chiediamo che il Governo italiano costringa gli altri leader europei a fermare Netanyahu utilizzando lo strumento delle sanzioni e dell’embargo sulle forniture di armi e a premere sul presidente americano Biden per fare una proposta di cessate il fuoco anche in Ucraina. Ma per mettere in moto questi meccanismi bisogna che ogni forza politica e sociale contraria alla guerra, da destra a sinistra, dagli studenti che occupano le università fino agli imprenditori in crisi per la recessione indotta dalle guerre, esca dalla propria nicchia ideologica per creare un grande movimento popolare per la Pace”.
“Dobbiamo smascherare chi ragiona come qualcuno nel 1914 e 1939 - è intervenuto Cardini, tra i professori firmatari - Il diluvio universale assomiglia molto più a ciò che ci aspetta. Noi siamo sull’orlo di una realtà irreversibile. Senza giustizia e senza ragione non c’è pace. Bisogna cominciare ad armarsi di buona volontà per fermare chi si sta armando di ordigni nucleari”. “L’idea di trattare per fermare la guerra e’ ritenuto inammissibile. Ci dice qualcosa questo rifiuto di trattare. Trattare significa riconoscere dignità all’avversario e quindi un diritto ad esistere come identità. L’occidente e’ prigioniero di una visione del mondo. Questo manifesto mira ad uscire da una visione unipolare, che e’ una patologia della politica, o sarà impossibile trovare la soluzione al problema”, afferma Enzo Pennetta, annunciando l’inizio di “una nuova teoria politica” che abbandoni “il modello anglosassone darwiniano.
"Mi avete convinto, su questo sforzo importante fatto da questi 5 uomini e donne per dare una traiettoria al tema della pace - interviene in conclusione Rizzo - Questo manifesto contro la guerra esplicita la necessità di una vera politica di pace, che non può certo essere un motivo solo per costruire una banale lista elettorale, bensì una politica di costruzione di uno schieramento per il mondo multipolare, contro l’imperialismo e per il cambio di sistema". "Io non so - chiosa - se qualche gruppo dirigente Usa possa pensare di vincere in first strike, ma se avvenisse l’Europa non ci sarebbe più, saremmo tutti morti. Credo che la lotta per la pace sia una dinamica primaria di sopravvivenza". "Noi vogliamo una Italia libera e indipendente, fuori dal contesto europeo, fuori dal contesto della Nato, per poi commerciare con gli Stati Uniti, con i paesi dell’Europa, ma anche con il Brasile e l’India il Sudafrica … per fare questo bisogna convergere sul tema pace - guerra. E’ una cosa fondamentale".
Secondo Francesco Toscano, presidente di Democrazia Sovrana Popolare "la giornata di oggi significa riflessione unitaria e proposta politica. Iniziative come questa contro la guerra - ha detto - stabiliscono un primato che coinvolgono i temi economi e sociali. Un vero e proprio tavolo su cui costruire progettualità politica e sovranità vera per il nostro Paese". Al termine della conferenza, che ha visto anche la partecipazione della diplomatica Elena Basile, è stata avviata una raccolta di firme "per dare voce a tutti coloro che non condividono i contenuti e le modalità con cui si sta sviluppando questa campagna elettorale europea".
- 15:37 - Energia, Iacono (Engie): "La transizione è una responsabilità collettiva"
Roma, 8 mag. –(Adnkronos) - "La transizione energetica è una responsabilità collettiva”. Così Monica Iacono, Ceo di Engie Italia, in occasione dell’evento “La Transizione Efficiente: nuove soluzioni per l’energia del futuro”, che si è tenuto oggi a Roma. “Nessuno – ha continuato Iacono – dice che sia facile da raggiungere ma, dobbiamo essere tutti d’accordo sul fatto che sia una sfida necessaria”. “Tutto ciò che dobbiamo fare – ha precisato Iacono – è renderla un’opportunità”.
"Per noi di Engie - ha aggiunto - è un impegno quotidiano che sentiamo verso le future generazioni”. “Per favorire la transizione energetica – ha sottolineato la Ceo di Engie - è necessario accelerare attraverso lo stanziamento di investimenti”. E ha concluso: “Noi di Engie abbiamo deciso di puntare sulla transizione energetica perché siamo convinti che questa sarà anche un’opportunità di crescita
- 15:36 - Energia, Iacono (Engie): "La transizione è una responsabilità collettiva"
Roma, 8 mag. –(Adnkronos) - "La transizione energetica è una responsabilità collettiva”. Così Monica Iacono, Ceo di Engie Italia, in occasione dell’evento “La Transizione Efficiente: nuove soluzioni per l’energia del futuro”, che si è tenuto oggi a Roma. “Nessuno – ha continuato Iacono – dice che sia facile da raggiungere ma, dobbiamo essere tutti d’accordo sul fatto che sia una sfida necessaria”. “Tutto ciò che dobbiamo fare – ha precisato Iacono – è renderla un’opportunità”.
"Per noi di Engie - ha aggiunto - è un impegno quotidiano che sentiamo verso le future generazioni”. “Per favorire la transizione energetica – ha sottolineato la Ceo di Engie - è necessario accelerare attraverso lo stanziamento di investimenti”. E ha concluso: “Noi di Engie abbiamo deciso di puntare sulla transizione energetica perché siamo convinti che questa sarà anche un’opportunità di crescita
- 15:29 - Nato: Stoltenberg, 'con Meloni discusso numerosi contributi Italia, preparativi per Washington'
Bruxelles, 08 mag. - (Adnkronos) - È stato "un piacere incontrare il primo ministro Giorgia Meloni a Roma. Abbiamo discusso dei numerosi contributi dell’Italia alla Nato e dei nostri preparativi per il vertice Nato di luglio. Quando i leader si incontreranno a Washington, prenderemo ulteriori decisioni per sostenere l’Ucraina, rafforzare le nostre difese e collaborare maggiormente con i partner". Lo dice il segretario generale dell'Alleanza atlantica Jens Stoltenberg, via social, dopo l'incontro di oggi a Palazzo Chigi con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
- 15:24 - Costruzioni, dal 14 al 15 maggio Rebuild 2024, focus su nuovo modello per transizione settore
Roma, 8 mag. (Adnkronos) - "L’intera filiera delle costruzioni si trova ad affrontare alcune delle sfide più decisive di sempre", afferma Roberto Pellegrini, presidente di Riva del Garda Fierecongressi SpA. "La transizione porterà a nuovi modi di progettare, costruire, riqualificare e gestire gli immobili, e a nuovi modi di viverli, lavorarvi, frequentarli e transitarvi. Tra una settimana a REbuild approfondiremo questi aspetti da ogni angolazione possibile – compreso lo spazio - con l’aiuto di scienziati, esperti, operatori e aziende leader". Obiettivi della X edizione, che si svolgerà il 14 e il 15 maggio a Riva del Garda, sono delineare nuovi percorsi, offrire soluzioni concrete, dimostrare cosa va fatto, cosa è già possibile fare e cosa si potrà fare per cogliere in pieno le potenzialità della transizione in atto. Puntando i fari anche su esperienze pilota, case history consolidate e nuove frontiere di ricerca, come quella spaziale.
Il tema che caratterizza la decima edizione di REbuild è Values drive value. Un messaggio potente, preciso e mirato: "Dare spazio ai valori che generano valore – spiega Alessandra Albarelli, direttrice generale di Riva del Garda Fierecongressi -, perché gli stakeholder del settore immobiliare convergano sull’obiettivo di generare e tutelare ricchezza patrimoniale, inclusività sociale, benessere delle persone e attenzione all’ambiente".
Perché ciò accada, occorre un allineamento del comparto ai valori della contemporaneità, dove le tematiche su clima, sostenibilità, green, riciclo, decarbonizzazione sono al centro di un radicato sentimento collettivo che in questi concetti vede opportunità di crescita, sviluppo e benessere condiviso. L’adesione a questi valori comporta un cambio del modello di business culturale e tecnico, nella direzione dell’industrializzazione del settore – tanto per le nuove realizzazioni quanto per gli interventi sul patrimonio esistente - e dell’apertura alla innovazione - che significa formazione, ricerca, tecnologia, nuove declinazioni professionali.
Uno studio che sarà presentato a Riva del Garda conferma: prendendo ad esempio il modello d’intervento di deep retrofit di Energiesprong - presentata in Italia proprio a REbuild nel 2017 e vincitrice quest’anno del prestigioso Gold World Habitat Award – ne è stata fatta una valutazione della sostenibilità economica in 9 città-campione italiane (Milano, Torino, Firenze, Padova, Mestre, Bergamo, Bologna, Udine, Trieste) per verificarne la fattibilità considerando costi e benefici definiti dal mercato attuale unitamente al calcolo dell’eventuale contributo pubblico necessario a oggi, e, infine, una valutazione della riduzione di tale contributo in funzione della diminuzione dei costi industriali. Il risultato appare evidente: con una media del contributo pubblico rispetto al costo dell’intervento del 60% iniziale (non distante dagli attuali ‘bonus’ edilizi al 50%), grazie a economie di scala e di apprendimento saremo in grado in tempi relativamente brevi di condurre interventi di deep retrofit senza la necessità di contributo pubblico.
“Se riusciamo a sfruttare una tecnologia esistente e in costante progresso come l’off-site – così come in Paesi il cui sistema amministrativo, giurisprudenziale, produttivo e industriale è molto simile al nostro – otteniamo due risultati simultaneamente” spiega il presidente del Comitato Scientifico di REbuild Ezio Micelli: il miglioramento della qualità del parco immobiliare e il suo efficientamento energetico, con conseguente incremento di valore e a costi sempre minori nel tempo. È possibile, infatti, immaginare un percorso virtuoso e dinamico in cui l’incentivo pubblico, coadiuvato da tassi ‘green’, possa via via sparire perché il meccanismo viene affidato al mercato”.
È necessario che tutte le componenti della filiera interiorizzino questo schema e si dispongano a collaborare perché ciò si realizzi: gli operatori, i professionisti, le imprese, la finanza e la Pubblica Amministrazione.
Alla politica, dunque, REbuild propone un duplice binario di intervento statale, sia verso la domanda sia verso l’offerta. Da un lato, spingendo le imprese a intraprendere un percorso di innovazione all’interno di un indirizzo più complessivo di ordine collettivo che è la transizione. Dall’altro, ragionando su politiche di sostegno ai cittadini, differenziate per reddito e area geografica, così che le ‘case green’ e la sostenibilità in generale siano percepite come leve di benessere per individui e comunità. Il recente (marzo 2024) studio prodotto dallo Iuav di Venezia per l’Osservatorio REbuild sul rapporto fra retrofit e valore degli immobili ha prodotto in questo senso risultati molto interessanti. Ciò che emerge con chiarezza è che nelle grandi città il divario del valore tra gli immobili meno efficienti (classi E, F e G) e quelli con performance moderate (C e D) oscilla tra il 7,7%ca di Milano e Torino e il 4,4%ca di Firenze, mentre il ‘salto’ energetico nelle classi A e B raddoppia la percentuale di premio: 16%ca per Milano e Torino, 9%ca per Firenze.
Più pronunciate, invece, le differenze di valore a Padova e Mestre (quasi 18%) e Bergamo (12%) nel confronto tra immobili in classe E, F e G rispetto alle più performanti C e D. Anche in questo caso, il balzo nelle classi energetiche più virtuose si concretizza in un sostanziale raddoppio delle percentuali di crescita di valore (Padova e Mestre: 39%; Bergamo: 25%ca). Nelle città di medie dimensioni, il divario medio nel prezzo premium tra proprietà ad alta efficienza (classe A) e proprietà a bassa efficienza (classe G) è del 30%, mentre diminuisce al 14% tra proprietà di classe D e classe G. Nelle città metropolitane, il divario nel prezzo premium tra proprietà ad alta efficienza (classe A) e proprietà a bassa efficienza (classe G) è del 15%, e diminuisce al 6% tra proprietà di classe D e classe G.
I salti di classe energetica differenziano il mercato e sono sempre premiati con balzi di valore, ma con differenze e polarizzazioni di cui tenere conto perché la transizione non appaia come un processo iniquo e socialmente ingiusto ma una opportunità di miglioramento del proprio patrimonio. Ad esempio, come è emerso nell’ultima edizione di REbuild, già solo la conversione degli edifici in ottica smart consentirebbe una riduzione del 20-24% dei consumi energetici, del 4-5% di quelli idrici, una forbice tra il 20-30% di riduzione delle emissioni in edilizia e un risparmio tra i 12-14 miliardi di euro per le famiglie.
Aprirsi all’innovazione per traguardare gli obiettivi della transizione è dunque un passo necessario. Lo sa bene Thales Alenia Space Italia, ad esempio, che per voce dell’Ing. Walter Cugno - Vice-President, Exploration & Science, svilupperà una riflessione sull’abitare e vivere nello spazio, un ambiente ostile in cui è imprescindibile valorizzare al massimo le risorse disponibili, minimizzare gli sprechi e massimizzare gli sforzi in ricerca e sviluppo. Guardare alle infrastrutture spaziali e ai moduli abitativi lunari e, di seguito, marziani, significa rileggere il concetto di costruzione dalle fondamenta, pensare e progettare gli spazi in modo differente, percorrere strade e soluzioni inesplorate privilegiando pratiche e sistemi che riducano drasticamente l’impatto sull’ambiente.
Quali saranno le ricadute possibili sulle case terrestri del futuro? Lo si potrà scoprire mercoledì 15 maggio nel primo pomeriggio alla conferenza intitolata Abitare e vivere nello Spazio. La sfida di chi costruisce infrastrutture per altri pianeti. "Quello di REbuild è un taccuino di incontri multidisciplinari e politematici e un parterre espositivo che affronta i temi più caldi del futuro prossimo delle filiere del comparto”, commenta Laura Risatti, Project Leader di REbuild. “Esperienze e proiezioni, energia e ambiente, tecnica e tecnologia, innovazione e nuovi modelli di business, finanza, economia, comunità, territori: REbuild torna, e lo fa da protagonista, per offrire mappe e strumenti, ricerche e testimonianze significative e replicabili sul futuro dell’ambiente costruito".
- 15:23 - Missioni: Fratoianni, 'in aula ennesimo passaggio burocratico, desolante'
Roma, 8 mag. (Adnkronos) - "Fatemelo dire: oggi abbiamo avuto l'ennesima discussione burocratica sul rinnovo, il rifinanziamento e la proroga delle nostre molteplici e, tra loro, molto diverse missioni internazionali. E questo è francamente, desolante". Lo afferma Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra intervenendo nell’Aula di Montecitorio sul rifinanziamento delle missioni internazionali.
"Certo, questa volta, è bene darne atto al governo, è stato fatto - prosegue il leader di SI - un piccolo anticipo, siamo nei primi giorni di maggio, mentre, di solito, questa discussione si colloca nei primi giorni di luglio, dunque due mesi di vantaggio. Eppure, ancora una volta, questo modo di discutere delle missioni internazionali è anche uno schiaffo al Parlamento. Vorrei capire una cosa in modo semplice, e vorrei che qualcuno prima o poi mi rispondesse, che discutiamo a fare? In questi quattro mesi queste missioni sono andate avanti e abbiamo già speso le risorse di cui stiamo discutendo. Non è accettabile. Deve finire - conclude Fratoianni - questo sconcio nei confronti del Parlamento".