L’operazione eseguita oggi dai carabinieri di Bergamo è la seconda fase di un’indagine sulla ‘ndrangheta a Bergamo e Crotone che aveva già portato a quattro fermi di indiziato di delitto lo scorso 10 febbraio. Era emerso che gli indagati avevano messo in piedi un sistema di estorsioni nell’ambito dei trasporti di merce, tramite un meccanismo di false acquisizioni societarie, fallimenti fraudolenti, fornitura di prestiti a tasso usuraio e reimpiego di capitali illeciti. Nello specifico, con l’intento di portare via clienti, il proprietario di una ditta di trasporti della provincia di Bergamo, insieme a uomini appartenenti al clan Arena operante a Isola di Capo Rizzuto (Crotone), si sarebbe recato da un suo concorrente, minacciandolo, al fine di avere il controllo di un vero e proprio cartello nel settore dei trasporti dei mezzi pesanti. L’azienda serviva per riciclare soldi di provenienza illecita ed è poi stata fatta fallire in maniera fraudolenta.

Per uno degli indagati, l’accusa è anche di detenzione illegale di armi da fuoco, come accertato dalle attività tecniche effettuate nel corso delle indagini. Gli uomini del clan, dopo essersi stanziati definitivamente nel territorio bergamasco, avevano anche creato un sistema di prestiti con tasso usuraio e, in un caso specifico, a fronte di un prestito elargito a un imprenditore, avevano ottenuto, in maniera sproporzionata rispetto a quanto prestato, la parte di una vendita di un immobile, venduto a un prezzo totalmente fuori mercato. Nel 2014 era stato anche dato fuoco a decine di camion in una ditta di trasporti di Seriate. Sequestrate anche quattro villette situate sul lungomare di Cutro (Crotone), già appartenute a un esponente di spicco della cosca Grande Aracri detenuto in carcere e i cui familiari venivano nel frattempo mantenuti da uno degli indagati.

Articolo Precedente

‘Ndrangheta, maxi-operazione contro la cosca Pesce di Rosarno: 53 arresti. Decapitati gli affari del clan della piana di Gioia Tauro

next