Il primo discorso da leader politico di Giuseppe Conte all’assemblea M5s sarà trasmesso in diretta streaming sulla sua pagina Facebook e su quella del Movimento 5 stelle (ore 21.30). A dare l’annuncio stamattina è stato lo stesso ex presidente del Consiglio: i parlamentari e gli eletti locali sono stati convocati martedì scorso, ma solo oggi è stata ufficializzata la decisione di rendere accessibile a tutti l’intervento. Quello da leader politico per Conte è un debutto molto atteso e, a suo modo, un vero e proprio passaggio storico per il M5s: poco più di un mese fa l’avvocato ha accettato di guidare la rifondazione del Movimento e ora dovrà presentare le sue condizioni ai gruppi parlamentari e agli esponenti locali. A loro parlerà di quello che già viene definito come “manifesto”, che esporrà a grandi linee, e dei suoi principi d’azione: è il primo dei segnali in un percorso di “rinascita” che dovrà poi passare per una consultazione online con gli iscritti del Movimento. Cosa dirà? Qualche spunto Conte lo ha già seminato. Lo ha fatto dai banchi dell’università di Firenze il 26 febbraio scorso quando ha parlato di “europeismo critico” e di lavoro per una “nuova Europa”. Ma pure il 28 febbraio, quando, dopo il vertice con Grillo e i big del Movimento, ha diffuso la nota con i pilastri da cui ripartire: ecologia, legalità, lotta per le diseguaglianze.

Ad aprire i lavori stasera dovrebbe essere il capo politico reggente Vito Crimi che poi darà la parola all’ex presidente del Consiglio. All’incontro parteciperanno europarlamentari, consiglieri regionali e amministratori locali. Secondo le ultime indiscrezioni, solo la parte iniziale con il discorso del leader sarà trasmessa in streaming, mentre il dibattito sarà limitato ai partecipanti della riunione su Zoom. Il momento è molto delicato e i nodi che preoccupano i portavoce sono tanti. Innanzitutto il rapporto con Davide Casaleggio: dopo settimane di tensioni e tentativi di mediazioni è fondamentale capire se si è trovato un accordo per l’uso della piattaforma Rousseau. L’ex premier non ne parlerà direttamente, salvo fare un accenno all’importanza della democrazia diretta, ma è chiaro che la domanda verrà posta. Resta poi il tema del tetto dei due mandati: Beppe Grillo venerdì scorso si è presentato a sorpresa in assemblea per lanciare la sua bomba e blindare la regola. Un annuncio che ha destabilizzato la prima guardia di eletti e che oggi sarà il grande interrogativo sul tavolo. Anche se, questo è sicuro, nessuno avrà il coraggio di affrontarlo pubblicamente e la soluzione più probabile al momento è che venga semplicemente non trattato e rinviato. Per i parlamentari proprio il dibattito dopo l’intervento, se verrà confermato, è l’occasione di confronto che aspettavano da settimane: “Mi aspetto parole definitive”, ha dichiarato in una nota il senatore Primo Di Nicola, “sulla democratizzazione interna, sulla collocazione nello schieramento progressista del M5s, sulla inderogabilità dei due mandati, su riforme di sistema come la legge elettorale che garantisca governabilità al paese perché si dica basta ai privilegi e alle ingiustizie come l’inaccettabile e vergognoso condono fiscale appena varato dal governo Draghi“.

Conte è il leader naturale del Movimento 5 stelle dall’inizio della legislatura, ovvero da quando è stato chiamato per guidare la coalizione gialloverde. Finché ha governato, l’ex presidente del Consiglio ha sempre cercato di mantenere una posizione di quasi neutralità per poter preservare il ruolo di mediatore nelle alleanze con la Lega prima e con il Pd poi. Ma ora, dopo l’agguato di Matteo Renzi, è stato Beppe Grillo in persona a chiedergli di prendersi sulle spalle la sua creatura: un’investitura piena che è stato solo l’inizio di un patto sempre più solido tra l’avvocato e il garante del Movimento. Un passaggio tanto “naturale”, quando difficile: il patrimonio di consensi dell’ex premier è fondamentale per il futuro del M5s, che però ora deve aderire al progetto dell’ex premier e sostenerlo in questa fase di grandi cambiamenti. Oggi nel suo discorso chiederà l’appoggio dei portavoce, ribadendo la sua riconoscenza (come già fatto in passato) per l’appoggio avuto dall’inizio della legislatura. Per dirla tutto, non si tratta di un vero e proprio debutto: è stato il suo intervento in assemblea il 7 febbraio scorso a convincere i 5 stelle che l’appoggio al governo Draghi era ed è inevitabile. “Voltare le spalle a Draghi è come voltarle al Paese”, disse. Ma non solo: fu accolto dagli applausi collettivi e, raccontarono i presenti, “sinceramente commossi”. Da quell’emozione oggi Conte dovrà ripartire.

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