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Ultimo aggiornamento: 17:31 del 11 Gennaio 2021

Studenti in piazza anche a Roma contro la didattica a distanza. Cgil: “Nelle periferie della Capitale aumenta l’abbandono scolastico”

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Studenti in piazza contro la didattica a distanza anche a Roma, dove lunedì 11 gennaio i ragazzi delle superiori hanno manifestato sia davanti ai propri istituti sia davanti al ministero dell’Istruzione. “Vogliamo ritornare a scuola in sicurezza” è il leitmotiv ripetuto dai ragazzi. Al ministero dell’Istruzione la Rete degli Studenti Medi ha organizzato un sit-in per sollecitare il ritorno in classe. “La posizione di contrarietà alla Dad penso che sia una posizione di buon senso” commenta così le dichiarazioni della ministra Lucia Azzolina il rappresentante della Rete, Luca Ianniello. “Ma com’è possibile che se siamo tutti contro la didattica a distanza non siamo ancora a scuola?”.

Favorevoli al rientro in classe sono anche i docenti, secondo Tito Russo della Cgil scuola, ma “a particolari condizioni che in questi mesi non sono state garantite”. Spiega il sindacalista: “Abbiamo passato settimane intere a parlare dei banchi monoposto quando ci voleva uno screening e un tracciamento adeguato, una politica sugli spazi per garantire il distanziamento”. A preoccupare i docenti anche la dispersione scolastica: “Soprattutto nelle aree periferiche di Roma e nei ceti medio-bassi la Dad sta incidendo sulla volontà di proseguire il percorso di studi. Se non si garantiscono pari opportunità per tutti è evidente che i soggetti più fragili vengono meno”.

Sempre in mattinata, i rappresentanti d’Istituto di quaranta scuole della Capitale si sono dati appuntamento in Campidoglio, per protestare contro l’inefficienza dei mezzi di trasporto della città. “Abbiamo scritto una lettera all’indirizzo di tutte le autorità competenti dove abbiamo chiesto anche tanto altro” chiarisce Giuseppe Lavitola, rappresentante d’istituto del Liceo Classico Dante Alighieri e promotore dell’iniziativa. “Abbiamo chiesto chiarezza per l’esame di maturità e un uso adeguato dei fondi del Next Generation EU non solo per migliorare le infrastrutture scolastiche ma anche quelle digitali”

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