La ciliegina sulla torta piace a tutti noi perché rappresenta qualcosa di esteticamente sfizioso che rende la composizione più gradevole e accattivante. Si tratta di un tocco quasi magico che dona un aspetto visivo gradevole e un significato di elevazione simbolica alla torta, trasformandola in una sorta di opera d’arte. Naturalmente il senso della ciliegina decade se la torta non c’è, oppure non è cotta bene o, peggio, è tutta pasticciata.

Questo elemento simbolico, la ciliegina, mi pare prema molto alla struttura che si occupa dell’emergenza Covid. In marzo si volle mettere una sorta di imprimatur alla vicenda mascherine, togliendo l’Iva sulla loro vendita. Si trattava di una sorta di tocco in più per significare quanto questi dispositivi di protezione fossero importanti. Purtroppo, però, il problema era che per circa due mesi le mascherine non erano disponibili, né con Iva né senza, o quelle che faticosamente si trovavano avevano prezzi assurdi.

In settembre la ciliegina, simbolicamente, era costituita dalle rotelle nei banchi che rappresentavano una innovazione, atta a permettere agli alunni nuovi momenti aggregativi in classe e spostamenti per rendere più fruibili lezioni dinamiche. Peccato che i banchi, nella misura che si intendeva acquisire, non ci fossero.

In questi giorni si parla sui giornali del gazebo strutturato a primula dove i cittadini andranno per fare il vaccino. Si tratta di un’iniziativa bellissima che nei render trasforma in modo gradevole queste strutture, conferendo un senso simbolico di arrivo della primavera e di una nuova vita che, speriamo, il vaccino ci donerà. Attenzione, però! Per avere senso questa ciliegina sulla torta richiede che la torta ci sia, ben cotta e gustosa. Fuor di metafora che i vaccini arrivino, siano ben distribuiti, ci siano le siringhe, i medici, gli infermieri e il personale, oltre che l’organizzazione per inocularli.

Già la notizia che in Spagna e Germania si inizi prima che da noi con la vaccinazione massiva e non puramente simbolica appare come una falsa partenza. Non vorrei che la struttura organizzativa si perdesse troppo nella ricerca estetica, pur lodevole, per dimenticare la sostanza.

Questa attenzione all’elemento estetico e all’immagine sfiziosa è importante perché conferisce un tocco di magia che in questo momento di angoscia è utile. Non deve però prendere il sopravvento sulla reale e preponderante necessità di organizzare tutte le fasi della distribuzione del vaccino. Ad esempio i medici di famiglia sono stati addestrati per inviare i pazienti tramite impegnativa? In quali tipologie di patologie e situazioni cliniche occorre prestare attenzione? Le vaccinazioni dove si prenotano? Si prenotano con l’impegnativa del medico? Quali categorie di preciso devono iniziare per prime? Hanno detto genericamente i sanitari: ma quali? Strutture pubbliche? O anche private? I dentisti o gli altri medici liberi professionisti? Solo medici e infermieri o anche, come auspicabile, operatori assistenziali, addetti alle pulizie delle strutture?

Non si può attendere all’ultimo minuto per ricevere queste informazioni essenziali. Inoltre come si procederà successivamente? Per categorie: insegnanti, studenti, addetti agli alimentari altro? O per età: prima gli ottantenni poi quelli di 75 poi 70 e così via? Ma soprattutto con quali modalità di reclutamento, tipo avvisi televisivi o avvisi al medico di famiglia come sarebbe auspicabile?

Non vorrei che si facesse come all’inizio dell’autunno quando, dopo una campagna per sensibilizzare le persone a usare il vaccino antinfluenzale, questo non era disponibile.

La cosa peggiore che possa capitare è che ogni regione proceda per conto suo o che addirittura ogni Unità sanitaria locale adotti suoi parametri. Si creerebbe in Italia una babele, con ovvie proteste di questi o quelli discriminati da una parte rispetto all’altra. Credo che, al più presto, il commissario debba dirimere i molti dubbi, se vogliamo che la torta sia buona. E’ stato nominato e ha accettato questo impegno: lavori! Senza demandare ad altri, con rimpallo di competenze.

A quel punto ben venga la ciliegina che, in questo caso, renderà il gazebo sfizioso.

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