Il Trentino è una terra ricchissima di biodiversità e, per me che ci sono nato e ci vivo da sempre, questa è una risorsa incredibile, sia sotto il profilo ambientalista sia come veicolo per l’economia locale, che si basa sul turismo. Abbiamo la fortuna di avere un tesoro immenso, fatto di foreste molto diffuse e ricchissime di molte varietà di vita, sia vegetale che animale.
Godiamo anche, per il passato di appartenenza all’impero austro-ungarico e quindi avendo anche parte di popolazione di estrazione austriaca e ladina, un’autonomia politica molto alta. Possiamo gestire circa il 80% del gettito fiscale netto che le aziende versano allo Stato. Abbiamo, peraltro, in carico diretto la sanità locale, la scuola e molte altre spese che finanziamo autonomamente.
Oltre a ciò, abbiamo anche in carico la gestione del nostro patrimonio faunistico, in gestione diretta, anche se gli animali selvatici rimangono “proprietà indisponibile dello Stato italiano”, dato in gestione alla Provincia Autonoma di Trento. E la Provincia di Trento, governata attualmente da un esponente leghista, Maurizio Fugatti, non può certo vantare il primato di gestire sapientemente la fauna selvatica che vive in Trentino.
È ormai arcinota la gestione paradossale, per non dire abominevole, degli orsi del Trentino; nessuna iniziativa seria per la formazione e l’informazione ai cittadini su una convivenza possibile, nessun intervento strutturale come l’installazione di cassonetti delle immondizie anti orsi, per dissuadere gli animali a cercare cibo vicino alle abitazioni.
Ora, per aggiungere dettagli a questa nefasta gestione, si somma un provvedimento adottato dall’assessore all’Agricoltura, foreste e fauna, Giulia Zanotelli, nel quale si dà il via libera all’abbattimento di 120 cormorani all’anno. Questi animali sono colpevoli di nutrirsi dei pesci che popolano fiumi e laghi del Trentino. Come gli orsi, anche i cormorani pagano il loro modo di vivere. Cormorani che, a detta dell’assessora, rubano i pesci alla pesca sportiva (in Trentino la pesca non è fonte di reddito), quindi vanno abbattuti in misura tale da garantire che i pesci possano restare a disposizione dei pescatori.
Un’altra pagina di prevaricazione dell’uomo sulla Natura è in corso nel Trentino, una volta terra di rispetto della biodiversità, ora calpestata in nome di programmi politici che nulla hanno a che vedere con la tutela della fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato. Indisponibile, però, non per la Provincia di Trento, che evidentemente può farne ciò che vuole e come vuole. Con il beneplacito dello Stato che, assente, permette tutto ciò.
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