Quando negli anni Settanta la “fame chimica” era ancora un orpello da discotecari a venire, Filiberto Degani nella sua discoteca, lo Snoopy di Modena, si era inventato gli spuntini, il buffet, perfino qualche primo caldo. La dance music invadeva come un alieno la pista e intanto si cuocevano le lasagne. Formidabili quegli anni. Con Vasco Rossi, dj storico del locale, scoperto in quel ruolo proprio da Degani allo Snoopy quando ancora non era Colpa d’Alfredo. Degani è morto alcuni giorni fa a 79 anni. Era riuscito a guarire dal Covid-19 ma nell’ultimo mese per le complicazioni dovute al Coronavirus era ricoverato in una struttura di Vezzano sul Crostolo, in provincia di Reggio Emilia, dove infine è deceduto.

Filiberto “Paolo” Degani aveva aperto lo Snoopy in Piazza della Cittadella a Modena, a pochi passi dal centro storico nel dicembre del 1969. Poi fino al 2001 era rimasto lo storico patron del locale che negli anni ottanta si era sdoppiato a Riccione con lo Snoopy’s Holyday e triplicato con il Bobo di Misano Adriatico. Arredamento futuristico allo Snoopy, spazio 1999, divanetti neri, specchi, luci strobo a ritmare robotiche la sala. E poi c’era Vasco, a quella consolle che molti ricordano come una “cupola di plastica”. E infatti Vasco si è ricordato commosso e orgoglioso di Degani, uno di quelli che ha creduto in lui quando il mondo discografico ancora nemmeno ci avrebbe lontanamente pensato.

Le foto postate su Instagram sono tre. La prima con lui di profilo e Degani di fronte cravatta e pullover. “Allo Snoopy s’dream facevo il Dj … ero il re della notte … mi piaceva mettere su i dischi ma non amavo la musica dance. Degani era ROCK”. Nel secondo, invece, ecco la foto in bianco e nero con Degani in sella alla moto da cross di Vasco e dietro proprio il signor Rossi. “Filiberto Degani io lo ricorderò così come eravamo in questa foto bellissima. Ero arrivato al suo locale con la mia storica moto da cross, che avevo anche usato per il video di Domenica Lunatica. Una sera andai dentro al locale direttamente con la moto, Degani salì e giocammo un po’ uno slalom tra i tavoli. Nessuno muore mai completamente”.

Poi ancora Vasco è tornato a ricordare Degani poche ore fa, a riflettori spenti sulla sua morte, spiegando come il padrone dello Snoopy lo lasciasse fare musica nella notte un po’ come pareva a lui: “Ero già uno dei più famosi e promettenti dj della zona e non avevo nessuna intenzione di salire su un palco per cantare le mie canzoni. Lavoravo allo Snoopy di Modena, il locale più IN del circondario, dove c’erano le ragazze più belle e non c’era mai stato un dj bianco. Mi piaceva il lavoro, non i dischi che dovevo mettere: Giorgio Moroder e quello che cantava con la voce bassa, Barry White. Poi arrivò Night Fever dei Bee Gees, che non ho mai sopportato per via del falsetto che mi dà veramente fastidio, e a volte evitavo di metterla. Quando era il momento dei lenti, sceglievo i cantautori. Semper. Li facevo ballare con De André: ero un rivoluzionario”.

Insomma, per il Blasco lo Snoopy rimane qualcosa di forte e indimenticabile. Tra l’altro la canzone Susanna, si racconta, sia ispirata alla fidanzata di un altro dj dello Snoopy, suo collega. Degani, come era uso all’epoca faceva esibire parecchi artisti italiani emergenti, nel suo locale. Tra questi poco più avanti sul finire degli anni ottanta ci fu anche Vinicio Capossela. Barman per qualche ora poi pianista verso fine serata, come nelle più incredibili storie all’americana. In una foto postata su Facebook, Capossela magro magro, poco sbronzo e con una incredibile cravatta (sbagliata) l’ha ricordato come un impresario anticonformista e ribelle: “Difficile riassumere un personaggio “bigger than life” come Filiberto Degani. Posso solo dire che a lui è ispirata la canzone ‘’Maraja’, che è stato come Mangiafuoco, i suoi locali l’occasione di marinare la scuola ed entrare nel sottoscala del mondo dello Spettacolo. Fino alla fine lo si poteva incontrare vestito da clown a molestare un mondo a cui non si è mai voluto adeguare”.

Capossela ricorda che la foto è stata scattata nel 1988 allo Snoopy’s Holyday: “Io ho la cravatta. Degani il microfono e il cappello da ammiraglio. E poi i fratelli Dino e Umberto Gnassi da Cattolica, Sandrino e Bozza. Suonavamo per portare gente al locale su una grossa jeep come a New Orleans, sempre inseguiti dalla polizia perché sprovvisti di permesso. Il suo pezzo preferito era Ciliegi Rosa di Perez Prado. Non ha mai parcheggiato nel posto consentito. Preferiva l’infrazione. Anche in cielo sarà in divieto di sosta”.

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