Gli altri tre agenti che si trovavano con Derek Chauvin al momento del fermo di George Floyd sono stati arrestati a Minneapolis e la procura generale del Minnesota ha aggravato l’imputazione per l’ex agente Derek Chauvin da omicidio colposo a omicidio volontario. E sulla scia della decisione della procura generale nella notte manifestazioni per lo più pacifiche hanno di nuovo invaso le città degli Stati Uniti, da New York a Washington, da Los Angeles a Philadelphia. Intanto emergono nuovi dettagli dell’autopsia sul corpo di George Floyd, che ha confermato la morte per soffocamento: dalla relazione emerge che il 46enne fosse positivo al Covid-19 ma asintomatico. L’esame di 20 pagine ha anche osservato che i polmoni di Floyd sembravano sani ma aveva un restringimento delle arterie nel cuore.

Gli scontri – Almeno 90 persone sono state arrestate a New York – rispetto ai 280 fermi della notte precedente – mentre a San Francisco il 22enne Sean Monterrosa è stato ucciso dalle forze dell’ordine durante i disordini perché sospettato di aver derubato una farmacia nella baia di San Francisco. Gli agenti pensavano che il martello che portava in vita fosse un’arma da fuoco. A Brooklyn, un poliziotto è stato accoltellato al collo, due ufficiali hanno riportato ferite da arma da fuoco alle mani e un altro uomo è stato colpito dalla polizia. Gli agenti sono stati portati in ospedale con ferite non letali mentre non si conoscono le condizioni dell’uomo. In tutto sono oltre 10mila gli arresti dall’inizio delle proteste.

Obama: “La morte di George Floyd serva per un cambiamento reale” – A più di una settimana dall’inizio delle proteste è intervenuto anche l’ex presidente Barack Obama che in diretta streaming (a mezzanotte in Italia), ha invitato a cogliere l’opportunità delle proteste per la morte di George Floyd per “attuare riforme”, “cambiare l’America e portarla all’altezza dei suoi ideali”. L’ex presidente degli Stati Uniti ha detto che rispetto agli anni ’60 ora c’è “un’ampia coalizione, una “maggiore consapevolezza delle iniquità”, il “coinvolgimento di giovani che hanno il potere e il talento per far cambiare le cose”. “Voglio parlare direttamente ai giovani uomini e alle giovani donne di colore in questo Paese. Voglio che voi sappiate che voi contate. Voglio che voi sappiate che le vostre vite contano, che i vostri sogni contano”, ha detto. Infine ha invitato i sindaci e i leader locali e rivedere l’uso della forza da parte della polizia insieme alle loro comunità.

L’accusa di Mattis: “Trump unico presidente che divide anziché unire” – Ad attaccare Donald Trump interviene anche l’ex segretario alla Difesa Jim Mattis, l’ex marine che fu il primo capo del Pentagono dell’amministrazione Trump (gennaio 2017 – dicembre 2018). In un intervento per il giornale The Atlantic Mattis scrive che Trump “è il primo presidente nella mia vita che non cerca di unire il popolo americano e non ci prova neanche, invece cerca di dividerci”. “Stiamo assistendo alle conseguenze di tre anni di questo sforzo deliberato” di dividere il Paese, “stiamo assistendo alle conseguenze di tre anni senza una leadership matura”, ha scritto Mattis. Però, sottolinea, “possiamo unirci senza di lui, attingendo alla forza della nostra società civile: non sarà facile, come hanno dimostrato gli ultimi giorni, ma lo dobbiamo ai nostri concittadini, alle generazioni passate che hanno versato il sangue per difendere le nostre promesse e ai nostri figli”.

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Floyd: si aggrava l’accusa per l’agente che lo ha soffocato, incriminati gli altri 3 che erano con lui. Pentagono: “No a esercito contro i manifestanti”. 200 arresti a New York, ucciso ex agente a St. Louis

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A New York è da un po’ di notti che non si dorme. A tenermi sveglia è l’odio razziale

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