Prosegue e anzi accelera l’inchiesta della procura di Milano sul Pio Albergo Trivulzio. Ci sono nuovi indagati tra i vertici e responsabili della struttura, oltre al direttore generale Giuseppe Calicchio. L’inchiesta è stata aperta per epidemia e omicidio colposi e nei giorni scorsi i militari della Guardia di finanza hanno effettuato sequestri, perquisizioni e acquisizioni di documenti nelle strutture che fanno riferimento al Pat e negli uffici della Regione Lombardia.

Intanto l’Agenzia di tutela della salute di Milano sta ascoltando da alcuni giorni con delle audizioni i medici della residenza per anziani al centro, insieme ad altre Rsa, di una maxi indagine della Procura milanese sui contagi e sulle morti avvenute dall’inizio dell’emergenza Coronavirus. I colloqui verterebbero sulla gestione dell’emergenza nella struttura: dall’impiego delle misure per la sicurezza dei lavoratori (in particolare l’uso di presidi sanitari, ovvero mascherine, camici, occhiali) all’isolamento dei pazienti con sintomi respiratori. Come è stato riferito, pochi giorni dopo la scoperta del primo paziente positivo al Coronavirus a Codogno, nel Lodigiano, ci sarebbero stati casi di ospiti con “sintomi da sospetto Covid-19” anche in reparti diversi da quelli per la cura delle patologie del polmone. Dovrebbero arrivare gli esiti dei tamponi effettuati nei giorni scorsi su pazienti, ospiti e personale sanitario, anche per consentire (in caso di esito negativo) a molti medici, infermieri e operatori socio-sanitari di rientrare a lavoro e dare il cambio a quelli attualmente in servizio.

Da almeno cinque giorni il Pio Albergo Trivulzio di Milano non pubblica più sul suo sito il bollettino quotidiano per aggiornare sulla situazione di malati e contagi all’interno delle sue strutture e dei vari reparti. Anche l’ultimo report fornito agli stessi operatori dell’istituto è quello del 18 aprile e nel frattempo, stando a quanto riferito da alcuni lavoratori, “la situazione dentro resta grave, gli anziani continuano a morire e proseguono ancora gli spostamenti dei pazienti tra i vari reparti”. In uno dei reparti della ‘Bagginà, il San Vito, spiegano gli operatori, sono risultati positivi “20 anziani su 25 e il reparto risulta chiuso”. Quasi tutti i reparti, poi, raccontano ancora, “sono in difficoltà, in particolare le sezioni 1/2 e 3/4 del Pio XI, i reparti Schiaffinati 3, 4 e 5 , il Santa Caterina e quelli del Bezzi, mentre tanti colleghi sono già risultati positivi ai tamponi”.

Articolo Precedente

Coronavirus, mascherine ‘fantasma’ nel Lazio: indagati i vertici della società affidataria della commessa. E il volo con i Dpi “non è partito”

next
Articolo Successivo

Cosenza, riqualificata con 15 milioni di euro ma non sicura: piazza sequestrata e il sindaco Mario Occhiuto indagato

next