A febbraio 2019 uno studio dell’Università di Torino ha analizzato un campione di 100 insalate in busta, allertando sulle modalità di lavaggio industriali che non eliminerebbero completamente la carica batterica. Dai dati, scrivono le autrici, “hanno fatto capolino microrganismi e batteri di varia natura: tra i più pericolosi l’Escherichia coli (nel 3% dei campioni), l’Enterobacter sakazakü (10%), Pseudomonas nel (17%) e lo Staphylococcus (18%). Non manca anche il microorganismo Toxoplasmosi, che può portare a una malattia parassitaria dannosa in particolare per le donne in stato interessante, perché trasmissibile al feto”.

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