“Mi piacerebbe molto che l’Italia desse un contributo critico per adeguare il patto di stabilità al nuovo clima economico”. Il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte è intervenuto in esclusiva alla Festa del Fatto Quotidiano per i 10 anni del giornale e lo ha fatto per la prima volta in una sede non ufficiale da quando è iniziata la crisi di governo. Intervistato in collegamento dai direttori Antonio Padellaro, Peter Gomez e Marco Travaglio ha parlato dei lavori in corso per la formazione del governo tra M5s e Partito democratico. Quindi delle “sfide” che intende portare avanti, delle convergenze tra i programmi che lo lasciano ben sperare e di come riuscirà a garantire “discontinuità” rispetto all’esperienza gialloverde. “Le cose stanno andando bene”, è stato l’esordio davanti all’arena gremita della Versiliana che lo ha accolto tra gli applausi. “Sto lavorando a un programma che ci dia una visione del Paese. Siamo di fronte a due forze che hanno vissuto un po’ da antagoniste”, ha detto, “ma sono convinto che tutti sono disponibili ad accantonare il passato“. Quindi Padellaro, partendo dal Tweet di endorsement di Trump, ha chiesto quale sia “l’accoglienza internazionale” di queste ore: “Cercherò di sfruttare al massimo il clima di grande apertura per ottenere risultati concreti”, è stata la risposta. A cui ha aggiunto: “Mi piacerebbe molto che l’Italia desse un contributo critico per adeguare il patto di stabilità al nuovo clima economico, alla nuova prospettiva economica”. Il premier incaricato ha insistito molto sul fatto che questa volta, nello strutturare l’alleanza, userà “un metodo diverso“.”Avremo un programma dettagliato?”, ha chiesto Travaglio. “Ci sarà un unico programma condiviso”, ha replicato Conte, “dove sarà difficile distinguere una misura che sta a cuore all’una o all’altra forza politica”. Le trattative vanno avanti ormai da giorni e non sono mancate le difficoltà. Gomez ha ricordato l’intervento di ieri sera di Beppe Grillo, che non solo ha detto di essere esausto, ma ha anche chiesto di smettere di parlare di poltrone: “Quello che dice è condivisibile”, è stato il commento di Conte che ha confermato la grande vicinanza con il fondatore del Movimento. “Grillo ci invita a guardare il futuro. La sua è una prospettiva molto bella”.

Nel corso dell’intervista in diretta, Conte ha anche parlato della sua appartenenza o meno al Movimento 5 stelle, tema che in questi giorni ha rappresentato uno degli ostacoli delle trattative. Travaglio ha chiesto infatti chiarimenti sui dissidi che avrebbe avuto con il capo politico M5s: “Non mi descrivete attraverso questi retroscena come una persona che si arrabbia cosi facilmente”, è stata la replica del premier. “Stiamo lavorando con entusiasmo e così sta facendo anche Di Maio”. E nel merito del suo ruolo, se sia da considerare più o meno super partes, ha detto: “So che è motivo di grande discussione. Io non sono iscritto al Movimento 5 stelle. Non partecipo alle riunioni del gruppo dirigente, non ho mai incontrato i gruppi parlamentari e sono disponibile a farlo, ma per anticipare le linee programmatiche. Quindi definirmi dei 5 stelle è formula inappropriata. Però rimane il dato che c’è molta vicinanza, lì conosco da tempo, lavoro con i 5 stelle molto bene. E Di Maio mi ha designato come presidente”.

In cosa, ha chiesto quindi Travaglio, questo governo sarà discontinuo con il precedente? “Discontinuità”, ha spiegato, “vuol dire aprire un’ampia stagione riformatrice”. E, “l’importante è avere un progetto che sia per il Paese”. Innovativa, ha continuato, dovrà essere anche la modalità per la formazione del nuovo governo: “Il tema dei ministri non è la massima premura. E’ il programma in questo momento, poi inviterò le forze politiche a sedersi intorno a un tavolo e a darmi dei loro suggerimenti. Non chiederò indicazioni secche, ma anche aperte per una squadra che deve avere determinate caratteristiche“. “Ad esempio essere incensurati?”, ha replicato ironicamente Travaglio. E il premier ha puntualizzato: “Guardi che essere incensurato non è una qualità per aspirare a governare il Paese, ma è una premessa indispensabile”. Gomez ha invece chiesto se ci sarà attenzione sulle quote rosa, che in questi giorni di trattative sono state quasi completamente assenti. “Lavorerò per evitare una squadra” di governo “tutta maschile e per un adeguato riconoscimento anche al genere femminile. Voglio ricordare che ho dato un forte contributo perché nella nuova legislatura europea ci fosse come presidente della Commissione una donna e come presidente della Bce un’altra donna”.

Il presidente del Consiglio ha poi ripercorso brevemente quello che è successo nelle settimane e nei giorni precedenti alla crisi di governo. Sempre Gomez ha chiesto se il rapporto con Salvini fosse già logorato da tempo e se la rottura risalisse veramente solo a inizio agosto. “C’è stato un momento”, ha detto il direttore, “in cui ha sentito che era troppo?”. “Mi costringe”, ha risposto Conte, “a fare un passo indietro. Io adesso sono proteso al futuro. Se proprio devo farlo, vi invito a riconsiderare la mia conferenza stampa del 3 giugno. Lì c’era tutto. Lì ragionavo di leale collaborazione e la declinavo facendo cinque o sei esempi concreti”. Dopo le elezioni Europee infatti, il presidente del Consiglio convocò i giornalisti e diede un ultimatum a Lega e M5s, dicendo di essere pronto a farsi da parte se non avessero smesso di portare avanti una vera e propria guerra interna. Il premier incaricato ha anche voluto specificare che, subito dopo la crisi ed esattamente quando ha rappresentato l’Italia al G7 di Biarritz, non era convinto che sarebbe arrivato per lui un altro incarico: “Non volevo che il mio nome ostacolasse nessun progetto serio per il Paese”. “Cosa risponde a chi le dice che lei è un premier per tutte le stagioni?”, ha chiesto quindi Travaglio. “L’ho dimostrato con i fatti che non è vero. Quando ero in Senato, è stata ritirata la mozione di sfiducia e mi è stato proposto di aprire una rinnovata stagione e ho rifiutato”. Il riferimento è al 20 agosto scorso: Conte si è presentato a Palazzo Madama per annunciare le sue dimissioni e il Carroccio, pur avendo aperto la crisi, ha deciso di non chiedere il voto di sfiducia. Anzi, ha tenuto aperta fino all’ultimo la porta per far ripartire l’esperienza gialloverde. Una strada che Conte, appunto, non ha mai percorso.

Nonostante in questa fase sia ancora molto complicato parlare del futuro, Padellaro ha chiesto “quali sono le basi che le suscitano ottimismo” e “i punti forti” di questa alleanza. “C’è una predisposizione a realizzare un progetto di ampia portata”, ha detto convinto Conte. “C’è consapevolezza che l’Italia va riformata, sburocratizzata, che dev’essere più competitiva e va rafforzato l’export. Dobbiamo indirizzare tutto il sistema produttivo verso investimenti sostenibili e mi conforta molto il fatto che le due forze politiche che hanno dichiarato disponibilità a sostenere questo progetto, ed è oggettivo, abbiano molta consonanza nei punti programmatici. Confido che anche altre forze potranno riconoscersi in questi punti”. Uno dei temi che saranno centrali nei prossimi mesi, ha ricordato Padellaro, sarà naturalmente “l’immigrazione”: “Io ho scritto una lettera e ho cercato di spiegare che per quanto i mass media siano improntati sull’emergenza, il tema è più complesso e va seguito fin dai Paesi di origine. E poi dagli sbarchi, quindi occupandosi di redistribuzioni e rimpatri. Ci sono dei pilastri che abbiamo già individuato: modificare il regolamento di Dublino, contrastare i traffici illeciti e lavorare su un meccanismo europeo. Chi sbarca in Italia, sbarca in Europa. Non sarebbe affatto saggio, pensare che non occorra perseguire una politica seria sull’immigrazione”.

Quindi, in chiusura, Conte ha dato anche garanzie sui tempi e la deadline concordate con Sergio Mattarella per presentare una squadra completa: “Non sarà lunedì, forse sarà tra martedì, massimo mercoledì”. E ha concluso: “Secondo il cronoprogramma dobbiamo poter chiudere, quindi sciogliere la riserva, ovviamente confido positivamente”.

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