Si è imposto sugli altri sfidanti sfruttando la scia del voto di aprile, asfaltando il Partido Popular e confermandosi faro di riferimento della sinistra europea. Il premier spagnolo Pedro Sanchez si impone nelle amministrative e stravince per il rinnovo del parlamento di Strasburgo: oltre dieci punti di vantaggio sui popolari, ormai in piena crisi. I socialisti incassano il 32,8%, che varranno 20 seggi all’Eurocamera. Ben 12 punti indietro i popolari, al 20,1%. Al terzo posto i centristi di Ciudadanos, 12,2%, seguiti dalla sinistra radicale di Podemos (10%). Si conferma anche il passo indietro di Vox: l’ultradestra, che appena un mese fa era arrivata al 10% alle politiche, oggi si è fermata al 6,2%, che equivale a 3 seggi a Strasburgo. Anche gli indipendentisti catalani entrano a Strasburgo, sia Oriol Junqueras, in carcere a Madrid per il tentativo di secessione del 2017, che Carles Puidgemont, autoesiliatosi in Belgio.

Al termine di una giornata elettorale molto intensa in Spagna, perché si votava anche per il rinnovo di 12 parlamenti regionali e di migliaia di comuni, il Psoe ha praticamente confermato i numeri della recente consultazione. Il Pp, al contrario, vede sempre più nero. Dopo lo scandalo corruzione che travolse il governo Rajoy, e la successiva debacle alle politiche di aprile, il partito che ora è guidato da Pablo Casado ha ottenuto appena il 17% delle preferenze.

Buone notizie per la sinistra sono arrivate anche alle amministrative. Soprattutto dalla comunità autonoma di Madrid, da oltre 20 anni feudo del centrodestra. La coalizione formata da Psoe, Podemos e Más Madrid ha strappato il governo regionale, per la prima volta dopo il 1995, mantenendo anche la guida della capitale con il sindaco Manuela Carmena. Questi risultati possono rappresentare un buon viatico per la formazione del governo nazionale, finora rallentata dal fatto che Psoe e Podemos non hanno la maggioranza assoluta in parlamento. A questo punto, però, l’ipotesi di un governo di minoranza del Psoe può prendere più corpo.

A Strasburgo, l’affermazione del Psoe costituisce una boccata d’ossigeno per la famiglia progressista e serve anche per puntellare il fronte europeista rispetto all’avanzata dei sovranisti, che tra l’altro non hanno sfondato. Nella misura in cui la sinistra arranca nei paesi più grandi dell’Ue, come la Germania e la Francia, Sanchez è uno dei pochi, insieme con il leader laburista olandese Frans Timmermans, a non doversi leccare le ferite. Anzi, la sua vittoria in patria può costituire una moneta di peso in sede di trattative per le nomine del prossimo esecutivo Ue. E magari per piazzare proprio Timmermans alla guida della Commissione.

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