Di ritorno da un viaggetto di qualche giorno a Oslo, in Norvegia, vi posso raccontare qualcosa dal paradiso dei veicoli elettrici. Circa un terzo dei veicoli acquistati ogni anno in Norvegia è elettrico ed è un numero in continua crescita. Al momento, il parco circolante di veicoli elettrici puri in Norvegia è circa il 13% del totale. Se a questi aggiungiamo le ibride plug-in, che possono funzionare con elettricità dalla rete, arriviamo a un totale del 24%. Visto come stanno andando le cose, non sembra impossibile arrivare al target stabilito dal governo norvegese del 100% di veicoli elettrici per il 2025.

Ma cosa si nota di queste cose in Norvegia? Vi dirò che quando vieni fuori dalla stazione centrale di Oslo, ti aspetteresti di vedere una scena tipo quella dei film di fantascienza. Ma in realtà la maggior parte dei veicoli in giro è ancora con i vecchi motori a combustione, così come deve essere: la trasformazione è ancora ben lontana da essere completa. Ma, se ci fai appena un po’ caso, la presenza dei veicoli elettrici la noti, eccome! In tre giorni a Oslo, ho visto più Tesla di quante ne avessi mai viste prima in vita mia.

Ma non solo Tesla, ce ne sono di tutti i modelli disponibili. Ci sono colonnine di ricarica un po’ ovunque e tutti i norvegesi con cui ho parlato mi hanno detto che o hanno già un veicolo elettrico o che progettano di comprarsene uno. E nessuno mi ha detto che sono imbrogli, o che non funzionano, o che il diesel inquina meno, o qualcuna delle altre fesserie sui veicoli elettrici che si sentono spesso dire in Italia.

I norvegesi sono arrivati a questo risultato un po’ con i classici incentivi sugli acquisti, un po’ con delle forti tasse sulla benzina e sul gasolio, ma anche con provvedimenti più creativi. Vi può incuriosire che a Oslo ho incontrato il mio vecchio amico e collega Jorgen Randers, uno degli autori del famoso rapporto intitolato I Limiti dello Sviluppo, del 1972.

Mi ha raccontato che è stato membro di alcune commissioni del governo dedicate alla promozione del trasporto elettrico e che una delle iniziative che ha proposto – e che è stata approvata – è stata quella di permettere ai veicoli elettrici di circolare nelle corsie preferenziali degli autobus.

Questo, ovviamente, si poteva fare solo fin quando i veicoli elettrici erano molto pochi, ma ha avuto un notevole impatto mediatico e si è rivelata un’iniziativa molto efficace a costo zero. Randers è un tipo molto creativo e un’altra sua iniziativa è stata di alzare i limiti di tasso alcolico per i guidatori di veicoli elettrici – a quei tempi, prima della Tesla, trabiccoli lenti e non pericolosi. Come ci si poteva aspettare, questa non è stata approvata, ma ha avuto molta risonanza mediatica.

Quindi, oggi la Norvegia rappresenta un test importantissimo di fattibilità della transizione all’elettrico. Entro qualche anno dovrebbe essere possibile dimostrare che il trasporto privato di un intero Paese si può basare principalmente, o anche unicamente, su veicoli elettrici. Un bel risultato che ci può insegnare molte cose. Va bene che i norvegesi sono molto più ricchi di noi, ma non è detto che in Italia ci dobbiamo comprare soltanto Tesla: ci sono anche macchine elettriche meno costose e ce ne saranno sempre di più nel futuro.

A questo punto, forse vi è venuta voglia di domandarmi cosa ero andato a fare a Oslo. Beh, non era per contare le Tesla che si vedono a Oslo e nemmeno per andare a cena con il mio amico Randers. Era per lavorare su dei progetti di ricerca sulla decarbonizzazione dell’economia. Ci sono tante cose utili e interessanti che si possono fare per liberarci dei combustibili fossili e piano piano finiremo per arrivarci. Ci dobbiamo arrivare per forza.

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