Tromso, città norvegese conosciuta come la “Porta per l’Artico”, non riceve la luce del sole per due mesi all’anno. Eppure, rappresenta il centro improbabile quanto globale del settore auto a propulsione elettrica, avendo tra l’altro attirato anche l’attenzione degli imprenditori della Silicon Valley tra cui la Tesla: l’azienda di Elon Musk ha recentemente aperto uno showroom lì, diventato il suo avamposto più settentrionale. Perché? Semplice: la Norvegia, a quanto pare, è semplicemente “pazza” per le auto elettriche. E’ il leader mondiale nella media di auto elettriche pro capite, ed è appena diventato il quarto paese al mondo ad avere 100 mila esemplari circolanti su strada. Poche? Va considerato che le altre nazioni della lista sono Stati Uniti (popolazione: 320 milioni), Giappone (130 milioni) e Cina (1,35 miliardi), quindi il risultato norvegese è altamente significativo potendo contare su appena… cinque milioni di anime.

Qui, la classe politica vorrebbe mettere al bando la vendita di vetture nuove benzina o diesel entro il 2025, tra i fattori che hanno indotto Tesla all’investimento in questa regione. Del resto, la Norvegia ha introdotto solidi incentivi economici in chiave protezione ambientale, alimentando in questo modo l’incremento del parco auto “verde”: niente tasse di acquisto né di esercizio, esenzione pedaggi su strade a pagamento e traghetti, parcheggi comunali gratuiti, accesso a corsie preferenziali. Tutto questo ha portato il costo di un’auto elettrica in linea con quello di un modello convenzionale, ma sono molti clienti di questa propulsione alternativo ad aggiungere conteggi che lasciano a bocca aperta: l’intero costo della vettura può essere recuperato già entro otto anni, grazie ai risparmi fiscali e sul carburante.

Già, perché se la mancanza di scelta tra modelli a propulsione elettrica è ancora un limite, l’energia elettrica per ricaricare le batterie è in compenso totalmente gratuita: la Norvegia ha la fortuna di trovarsi vicina al 100% di produzione di energia idroelettrica da fonte rinnovabile ad un costo modesto. Secondo l’associazione norvegese Electric Vehicle Association, anche se tutti i tre milioni di auto circolanti nel Paese fossero elettrici, assorbirebbero solo il 5-6% dell’intera produzione annuale di energia da fonte idroelettrica. I punti di ricarica rapida diffusi nel paese possono garantire fino all’80% di carica in soli 30 minuti; aiuta il fatto che la Norvegia è anche il più grande produttore di petrolio in Europa occidentale, nonché il terzo più grande esportatore mondiale di gas naturale: in altre parole, il paese è abbastanza ricco da poter sovvenzionare il suo stile di mobilità elettrica.

Nonostante questi numeri importanti, non tutti i cittadini sono convinti di questa strada, anche per le incertezze legate all’ansia da autonomia e alla durata della carica nei climi più freddi. Effettivamente, sotto questo profilo numerosi studi hanno dimostrato che il gelo profondo può peggiorare significativamente la tenuta della carica ed il suo rendimento, tant’è che nella parte settentrionale della Norvegia la diffusione della propulsione elettrica procede molto più a rilento.

Eppure, il nuovo showroom di Tesla nella inospitale Tromso, insieme alla crescita costante del numero di punti di ricarica pubblici, dimostrano l’impegno del settore per diffondere il messaggio verde, non importa quanto inospitale risulti l’ambiente. Intanto, nel resto del mondo, c’è chi sta traendo lezioni da quest’esperienza nordica. La Germania, ad esempio, ha appena annunciato investimenti per un miliardo di euro per incentivare più consumatori ad acquistare veicoli elettrici. Riassume Christian Ruoff, editore della rivista americana Charged specializzata in mobilità elettrica: “I produttori di auto elettriche negli Stati Uniti vedono la Norvegia come una finestra verso il futuro. Questo paese mostra che se i governi possono abbassare i costi della mobilità elettrica a livelli equivalenti a quelli dei modelli a propulsione convenzionale, gli automobilisti – persino al Circolo Polare Artico – sono disposti a comprarle. Sfatando persino il mito che vuole questi veicoli e le relative batterie risultare adatti solo alle città con climi più moderati“.

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