Ora basta! L’annuncite di Matteo Salvini è solo un’arma di distrazione di massa. Nel giro di 24 giorni di governo si è occupato di tutto facendo non solo il ministro dell’Interno ma anche quello della Salute (vedi le dichiarazioni sui vaccini), dei Trasporti (vedi dichiarazioni su Tav), dell’Istruzione (vedi dichiarazioni su telecamere a scuola) e chi più ne ha più ne metta. Il “giochino” di Salvini pericoloso e perverso è chiaro ormai a tutti. Ma ancora non è chiaro quel che accadrà al nostro Paese su altri versanti.

Un esempio: la scuola. Marco Bussetti c’è? Per parafrasare una canzone che starà a cuore al nostro ex prof d’educazione fisica:
“Marco non aver paura di tirare un calcio di rigore
Non è mica da questi particolari
Che si giudica un giocatore
Un giocatore lo vedi dal coraggio
Dall’altruismo e dalla fantasia”.

Forza ministro, è arrivato il suo momento! Dal primo giugno a oggi ufficialmente il sito del Miur segnala meno di una decina di comunicati in cui il ministro ha detto la sua senza prendere alcuna posizione su nulla di importante. Nel link delle dichiarazioni (fonte sito Miur) dal primo giugno a oggi ve ne sono tre. Domenica 24 giugno ha rilasciato una timida intervista a Il Sole 24 ore evadendo alle domande con dei dribbling degni di un Maradona.

Gli unici interventi decisivi sono stati abbastanza populisti: l’eliminazione della chiamata diretta, il bonus di merito anche ai precari e i 120 giorni di proroga per gli insegnanti diplomati magistrali.

Questione chiamata diretta. Matteo Renzi senza dar retta a nessuno l’aveva messa pensando di accontentare i presidi e di ottenere i loro voti. Quest’ultimi quando si sono accorti che dovevano lavorare anche d’estate (giustamente) hanno fatto marcia indietro. E ora Bussetti che fa? Anziché migliorarla, la elimina. L’errore della chiamata diretta è stato solo quello di affidare sostanzialmente a “uno” o a un’oligarchia il potere di assumere un docente. In Ucraina, da dove sono appena tornato, è il collegio docenti a decidere.

Questione bonus di merito. I 5 stelle volevano persino toglierlo. Bussetti ha deciso di estenderlo anche ai precari. Ne prendiamo atto.

Restano sulla scrivania alcuni punti su cui ci aspettiamo chiarezza perché i programmi di Lega e 5 stelle sul tema istruzione sono su molti punti completamente diversi. E furbescamente il contratto ha evitato di riprendere gli elementi di divisione: Parigi val bene una messa!

Li ho esaminati tutti e tre. Prendete in mano quello dei grillini troverete promesse sparite nel contratto.

Pagina 4: “Occorre quindi fissare il numero di alunni per classe a un massimo di 22, numero che deve scendere a 20 in presenza di un allievo con disabilità”.
Pagina 6: “Immaginiamo una società in cui la violenza e l’odio siano contrastati principalmente attraverso l’educazione a scuola, fin dai primi anni di vita. L’ambizione più grande è proprio questa: formare cittadini consapevoli del proprio valore e delle proprie risorse capaci di superare i conflitti, che rispettino e valorizzino le diversità, che includano le minoranze, che promuovano la cultura della tolleranza”.
Pagina 9: “Il M5s intende allargare i processi decisionali, affiancando al Dirigente scolastico figure intermedie competenti e periodicamente elette dal collegio docenti, potenziando il lavoro di équipe necessario per il buon andamento del clima scolastico, alleggerendo l’eccessivo carico di responsabilità e lavoro”.
Pagina 14: “Prevedere un piano di formazione professionale obbligatoria retribuita, continua e sul campo per tutto il personale scolastico, mirando all’interdisciplinarietà, all’inclusione, all’innovazione pedagogica e a quella didattica”.
Pagina 17: “Ripristinare le supplenze brevi”.
Pagina 27: “L’inclusione scolastica è uno dei temi che sta a cuore al MoVimento 5 stelle, perché nella nostra idea di politica nessuno deve rimanere indietro. Eppure, da troppi anni, il nostro Paese ha dimenticato di aiutare chi ha più bisogno di essere sostenuto e incluso all’interno della nostra società”.
Pagina 39: “Abolire i finanziamenti statali alle scuole paritarie (facendo salvi i finanziamenti per asili nido e scuola dell’infanzia nonché per istituzioni private in ossequio alla sussidiarietà orizzontale 118,4 Cost.)”.

Ora prendete in mano il programma della Lega.

Pagina 48: “L’asilo nido dovrà essere accessibile gratuitamente. La frequentazione gratuita dell’Asilo non sarà subordinata a parametri di reddito almeno fino ai 60mila euro, ma garantirà priorità di accesso alle mamme che lavorano e che sono residenti nel Comune da più di 5 anni”.
Pagina 48: “La suddivisione tra scuole elementari e medie è superata e viene introdotta un’unica sessione scolastica”.
Pagina 49, scuole paritarie: “Lo Stato oggi spende per ogni studente oltre 7mila euro l’anno. Questa spesa, a regime, deve essere – in base a misure progressive – affidata ai genitori attraverso uno specifico ‘buono scuola’, affinché possano liberamente scegliere la migliore struttura formativa per i loro figli”.
Pagina 49: “’Il ‘domicilio professionale’ consentirà di scegliere in totale libertà la regione dove proporsi, visto che gli stipendi attuali non consentono più di gestire trasferte di centinaia di chilometri da dove si hanno affetti e interessi. Una volta chiarito che in ambito regionale il confronto sarà a pari condizioni, il candidato orienterà la valutazione di dove concorrere, anche sulla base del proprio grado di preparazione in rapporto alla qualità media degli altri iscritti e dei posti disponibili, innescando un meccanismo virtuoso ispirato ai principi del federalismo”.

Infine il famoso contratto. Alcune promesse dei 5 stelle (figure intermedie della dirigenza, piano formazione retribuita; supplenze brevi etc) e della Lega (suddivisione scuole elementari e medie superata; domicilio professionale etc) spariscono così come i punti che dividono in primis la questione scuole paritarie. Restano poi riferimenti del tutto generici:

Pagina 33: “Il sostegno per servizi di asilo nido in forma gratuita a favore delle famiglie italiane”.
Pagina 41: “In questi anni le riforme che hanno coinvolto il mondo della scuola si sono mostrate insufficienti e spesso inadeguate, come la c.d. ‘Buona Scuola‘, ed è per questo che intendiamo superarle con urgenza per consentire un necessario cambio di rotta, intervenendo sul fenomeno delle cd. ‘classi pollaio‘, dell’edilizia scolastica, delle graduatorie e titoli per l’insegnamento”.
Pagina 42: “Saranno introdotti nuovi strumenti che tengano conto del legame dei docenti con il loro territorio, affrontando all’origine il problema dei trasferimenti (ormai a livelli record), che non consentono un’adeguata continuità didattica”.
Pagina 42: “Garantiremo ai nostri docenti una formazione continua”.

Ora il ministro Bussetti dovrebbe dirci che intenzioni ha rispetto ai punti non affrontati, a quelli generici a partire dalla questione scuole paritarie. Forza Bussetti, tiri questo calcio di rigore prima di finire in panchina! Noi siamo pronti a urlare: “Goal”. Abbiamo bisogno di un Giacinto Facchetti della scuola, non di un Maradona.

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