Polemica concitata a a Dimartedì (La7) tra il presidente della II sezione penale della corte di Cassazione, Piercamillo Davigo, e il direttore de Il Mattino, Alessandro Barbano. Il giornalista dissente dal magistrato sulla questione giustizia e politica: “Non è vero quello che dice Davigo. Ci sono ministri che si sono dimessi, giunte regionali e governi che sono caduti per processi che sono iniziati e finiti sui media. Di fatto, il diritto penale continua a essere sempre di più il lessico della democrazia. La prescrizione è stata modificata ancorandola all’aumento delle pene e quindi in una logica forcaiola, che non ha eguali in nessun Paese del mondo. Quindi, è l’esatto contrario di quello che dice Davigo”. E aggiunge: “Davigo è convinto che intorno a sé ci siano solo corrotti. Io personalmente penso di vivere in un Paese di persone che, fino a prova contraria, sono innocenti”. “Tanto per cominciare io faccio il magistrato” – replica Davigo – “il mio mestiere è scegliere tra colpevoli e innocenti, quindi non penso affatto che tutti siano colpevoli. Penso esattamente il contrario di quello che lei mi ha attribuito. Ho detto che all’estero non si arriva all’apertura di un processo penale perché uno vada a casa. Li mandano a casa prima. Da noi vanno a casa solo dopo che c’è stato un processo penale, quando ci vanno, perché a volte neanche succede. Io di mestiere applico le leggi approvate dal Parlamento della Repubblica”. “Lei vuole fare quello che Aldo Moro cercava di impedire, e cioè processare la politica nelle piazze”, accusa Barbano. “Io faccio i processi nelle aule di giustizia e non nelle piazze”, ribatte il magistrato. “Però fa politica nelle aule mediatiche e la fa anche bene”, replica Barbano. “No, mi sono sempre mantenuto lontano dalla politica”, puntualizza Davigo. Lo scontro riesplode, quando il magistrato si sofferma sulla differenza tra centrodestra e centrosinistra nel rapporto con la magistratura: “Il centrodestra ne ha fatte così grosse e così male che molte loro norme sono state dichiarate incostituzionali. Il centrosinistra ne ha fatte più mirate che ci hanno messo, se non in ginocchio, un po’ genuflessi”. E Barbano insorge: “Faccio fatica a capire quali possano essere le regole che hanno imbavagliato la magistratura negli ultimi anni”. “Ora Davigo ha un mancamento”, ironizza il conduttore Giovanni Floris. “Forse l’obiettivo di Davigo è quello di avere una repubblica giudiziaria“, rincara il direttore de Il Mattino. “Non si può sentire quello che dice” – commenta Davigo – “Le tre attività principali del governo Renzi sono state: mandare a casa 500 magistrati e tenersene 18, che piacevano al suo governo; sono state ridotte le ferie, cosa percepita come un dispetto; la legge sulla responsabilità civile, che induce comunque a maggiore cautela. Questa si chiama intimidazione

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