Si nascondeva a Molochio, in provincia di Reggio Calabria e nel cuore della piana di Gioia Tauro dove era un punto di riferimento assoluto della ‘ndrangheta. A scovarlo sono stati i carabinieri, che dopo 20 anni hanno messo fine alla sua latitanza: Ernesto Fazzalari era il ricercato più pericoloso dopo il boss della mafia siciliana Matteo Messina Denaro. All’interno dell’abitazione, al momento dell’irruzione, era presente anche una donna che è stata arrestata per i reati di procurata inosservanza di pena, concorso in detenzione di arma comune da sparo e ricettazione. “La forza della ‘ndrangheta è quella di poter contare da un lato sulla paura della gente e dall’altro sulle connivenze“, ha detto il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, nel corso della conferenza stampa. Venti anni di latitanza – ha aggiunto – dimostrano che il territorio è stato favorevole a Fazzalari. Già nel 2004 eravamo arrivati alla sua abitazione, ma l’aveva lasciata poco prima. Oramai non abbiamo quasi più latitanti. È evidente che questo dimostra come lo Stato sia capace di fare applicare la legge”. “È stato un capo in piena operatività che – ha sottolineato il procuratore aggiunto Gaetano Paci – godeva del pieno sostegno dell’organizzazione”
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