Galeotti sarebbero i suoi rapporti con l’imprenditore Giuseppe Fontana e il suo interessamento a pilotare appalti dell’Asi (Area Sviluppo industriale) di Caserta. Fulvio Martusciello, europarlamentare di Forza Italia, è stato iscritto nel registro degli indagati per concorso esterno in associazione camorristica nell’ambito dell’inchiesta sulle mani del clan dei Casalesi negli appalti dell’acqua. Con la stessa accusa, concorso esterno, è stato iscritto anche il deputato azzurro e cosentiniano Carlo Sarro, per il quale pende una richiesta di arresto per turbativa d’asta. L’iscrizione per camorra dei due politici azzurri emerge da venti pagine di atti giudiziari depositate agli atti delle ordinanze di arresto eseguite il 14 luglio nell’ambito dell’inchiesta “Medea”. La Dda di Napoli, coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, pm Cesare Sirignano, Maurizio Giordano e Catello Maresca, avrebbe stralciato dall’indagine madre su commesse dell’acqua, politici e camorra, un filone relativo agli appalti Asi Caserta, ed un altro filone sui legami tra Sarro ed il clan nella divisione della torta delle gare della Gori (la società che gestisce i servizi idrici) ad imprenditori di riferimento del boss Michele Zagaria.
C’è un nome che accomuna gli approfondimenti investigativi su Sarro e Martusciello. È quello di Giuseppe Fontana, uno degli imprenditori del ‘sistema Zagaria’. Arrestato per associazione camorristica, Pino Fontana – registrato in ambientale il 22 dicembre 2013 in auto insieme a Martusciello mentre andavano a trovare Nicola Cosentino – sarebbe organico (e beneficiario) nel disegno collusivo per la spartizione degli appalti della manutenzione della rete idrica campana a ditte della cosca. Un disegno orchestrato dall’ex senatore Udeur Tommaso Barbato (in carcere per concorso esterno), dirigente del settore Acquedotti della Regione Campania, e da Francesco Zagaria, geometra, anche lui Udeur, cognato omonimo del boss, deceduto nel 2011 (e ai suoi funerali partecipò anche Sarro). Secondo la Procura, Sarro in qualità di commissario dell’Ato 3 – socio pubblico di maggioranza in Gori, la società che gestisce servizi idrici – avrebbe pilotato appalti in cambio del 5 per cento dell’importo dei lavori e di finanziamenti elettorali. Ma avrebbe anche acconsentito alle richieste di Martusciello di “patrocinare” gli interessi di Pino Fontana e delle altre imprese con il marchio ‘Zagaria’. Negli anni in cui è stato consigliere regionale – scrivono i pm – il forzista sarebbe stato “il politico di riferimento di Fontana e del clan Zagaria” e si sarebbe adoperato per convocare nei suoi uffici politici e dirigenti dell’Asi di Caserta per convincerli a affidare appalti a Fontana e un altro imprenditore. Martusciello avrebbe incontrato riservatamente Cosentino per chiedergli un intervento al Tar Campania sul ricorso per l’esclusione di una Ati di Fontana dalla gara “La Bandiera Blu del Litorale Domizio”.
Insieme a Fontana negli anni scorsi l’europarlamentare avrebbe provato a chiedere all’ex sottosegretario, dall’aprile 2014 in carcere per camorra, il disco verde alla sua candidatura a coordinatore regionale di Forza Italia. E poi c’è la storia delle raccomandazioni di Fontana, che grazie a Martusciello avrebbe segnalato assunzioni nelle società collegate alla Regione. Il politico ne avrebbe ricavato voti e finanziamenti elettorali.
da Il Fatto Quotidiano del 19 luglio 2015
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