Della nuova legge sulla responsabilità civile dei magistrati “andranno attentamente valutati gli effetti concreti” nell’applicazione. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando ai 346 magistrati tirocinanti ricevuti al Quirinale. Il presidente della Repubblica è tornato a parlare anche di corruzione, che “va combattuta per costruire la democrazia”.

Mattarella interviene dunque su quello che attualmente è il principale tema di scontro fra politica e magistratura, con le toghe che in queste ore stanno discutendo se reagire o meno con uno sciopero alla nuova e più stringente disciplina della responsabilità fortemente voluta da Matteo Renzi e dal ministro della Giustizia Andrea Orlando. Da un lato, il presidente ha riconosciuto che “le recenti modifiche alla legge Vassalli hanno mantenuto il principio della responsabilità indiretta del magistrato (è lo Stato a subire l’azione di responsabilità, ndr) e collegato la più stringente disciplina della rivalsa statuale alla riferibilità a condotte soggettivamente qualificate in termini di dolo o negligenza inescusabile (i casi in cui lo Stato può rifarsi economicamente sulla toga, ndr)”. Dall’altro, ha voluto sottolineare, “andranno attentamente valutati gli effetti concreti dell’applicazione della nuova legge”.

La verifica sugli effetti concreti era già stata annunciata dal ministro Orlando, e Mattarella ha voluto ricordarlo esplicitamente. Ma c’è anche da dire che il ministro, nel pieno delle polemiche seguite all’approvazione della riforma, ha trattato il tema con una certa sufficienza: “Proprio per respingere e contrastare i toni apocalittici che a mio avviso sono stati utilizzati, con grande laicità diciamo che valuteremo l’effetto prima applicazione”, aveva detto Orlando il 24 febbraio. “Noi reputiamo che questo punto di equilibrio possa funzionare, ma se così non fosse siamo pronti a correggere alcuni punti che sono stati segnalati. Nonostante riteniamo sarà sufficiente la giurisprudenza a dimostrare che molti pericoli paventati non hanno riscontro nella realtà“.

Quali sono i punti dolenti, oltre al generalizzato timore che ogni magistrato diventi più timoroso e dunque condizionabile? Gli allarmi dell’Anm si sono concentrati soprattutto sul timore di un ricorso sistematico degli imputati all’azione di reponsabilità – che con l’abolizione della cosidetta udienza filtro si tradurranno immediatamente in una causa civile – e la possibile valanga di ricusazioni e richieste di astensione che potrebbe sommergere pm e giudici diventati improvvisamente controparti dei loro indagati e imputati nella causa per responsabilità.

Mattarella ha comunque voluto esortare i giovani tirocinanti a “seguire il modello di magistrato ispirato all’attuazione dei valori etici ordinamentali”, elemento che “vi aiuterà ad affrontare con serenità i compiti che vi aspettano e a non lasciarvi condizionare dal timore di subire le conseguenze di eventuali azioni di responsabilità, nella consapevolezza di essere soggetti  nell’applicazione delle vostre funzioni, unicamente alla legge”. Il presidente ha voluto ricordare inoltre che “il magistrato, attraverso l’attività di interpretazione delle norme, diviene anche artefice del ‘diritto vivente’; il che comporta necessariamente l’assunzione di una responsabilità maggiore rispetto al modello di giudice ‘bocca della legge'”.

Mentre la riforma della responsabilità civile è già legge dello Stato, diversi provvedimenti in tema di lotta alle mazzette fanno molta fatica ad arrivare al voto parlamentare. E Mattarella è tornato a parlare anche di corruzione: “Non sarà mai abbastanza sottolineata l’alterazione grave che deriva alla vita pubblica, al sistema della imprese, al soddisfacimento dei bisogni della comunità, dal dirottamento fraudolento di risorse verso il mondo parallelo della corruzione”.

Un altro richiamo del presidente ha tocato l’eterno tema della certezza del diritto: “I cittadini chiedono ai magistrati “di rendere concreto, in tempi rapidi, il fondamentale diritto costituzionale alla giustizia, ossia al riconoscimento dei propri diritti. La certezza del diritto è elemento essenziale, sempre”.

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