Per quelli di centrodestra che si chiamino Brancher o Berlusconi, la Cassazione sembra un fast food. Uno entra e dice che te serve. Due sentenze, un panino, delle patatine e te le fanno subito“. Sono le parole di Maurizio Gasparri, intervenuto ad “Agorà Estate”, su Rai Tre. Il senatore del Pdl si definisce “assolutamente sconcertato” dalla tempistica decretata per la sentenza di Cassazione sulla condanna a Silvio Berlusconi per il processo Mediaset. “Per quelli di centrodestra i tempi sono immediati, c’è il giudizio lampo” – denuncia il parlamentare – “Se andasse avanti un tentativo di espulsione dalla vita politica di Berlusconi, non potremo restare differenti. Abbiamo il diritto di denunciare davanti al Paese la violazione dei diritti”. Riguardo al caso Brancher, Gasparri si rende protagonista di una rovente polemica con Peter Gomez, che precisa: “Brancher è stato portato in Parlamento nonostante avesse già confessato nel ’94 di aver versato 300 milioni di lire a un ministro“. “Il ministro della giustizia ‘in pectore'” – replica il senatore Pdl, riferendosi a Gomez – “cita un precedente un esponente del centrodestra che ha avuto lo stesso trattamento. Quindi, rafforza la mia tesi”. Lo scontro si ripete con un altro match, nel quale Gasparri si infuria: “Ormai siamo abituati a Gomez che si sostuisce ai magistrati. Studia le carte che gli interessano, cita i casi che gli fanno comodo e ne ignora altri. Adesso” – continua – “si sostituisce al Parlamento, al vertice del Pdl, decide lui cosa si fa e cosa non si fa”. “Si chiamano analisi” – controbatte il direttore del fattoquotidiano.it. “Non confondiamo cazzate” – insorge il parlamentare, che riceve un rimbrotto dalla conduttrice della trasmissione, Serena Bortone. Nel seguito, esplode una vivace diatriba anche tra il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e senatore Pd, Giovanni Legnini, e Peter Gomez. Tema della controversia: il rischio dell’Italia di incorrere in un “default controllato” di Gisella Ruccia

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