Un presidio davanti al tribunale di Varese per chiedere un processo capace di appurare la verità dei fatti che hanno portato alla morte di Giuseppe Uva. La storia è nota. Giuseppe Uva è morto nel 2008 dopo essere stato fermato in stato di ubriachezza da una pattuglia dei carabinieri. Quella notte gli uomini dell’Arma lo portarono in caserma e dopo qualche ora Uva finì in ospedale, dove morì. I familiari e gli amici di Giuseppe da subito hanno sostenuto che in caserma sia stato malmenato e seviziato al punto da richiedere l’intervento dei sanitari. Un intervento che non servì ad evitargli il decesso. Ad oggi sono stati chiamati a rispondere della sua morte solo i medici del pronto soccorso che quella notte gli prestarono le cure. Oggi la sorella di Giuseppe, Lucia Uva, assistita dall’avvocato Fabio Anselmo, chiede che venga appurata la verità dei fatti, che venga fatta luce su quello che accadde in quelle ore nella caserma dei carabinieri di Varese. Al presidio davanti al Tribunale di Varese oggi c’erano anche Ilaria Cucchi e Domenica Ferrulli, che stanno vivendo sulla loro pelle storie analoghe a quella patita dalla famiglia Uva. Tutti assieme puntano il dito contro la pubblica accusa, nella persona del Pm Agostino Abate, che secondo loro non starebbe interpretando a fondo il proprio ruolo  di Alessandro Madron

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