A Brindisi, la nuova amministrazione comunale ha deciso di procedere alle nomine delle partecipate. Lo ha fatto tramite uno strumento importante per la trasparenza: l’audizione pubblica. I posti da assegnare erano due: amministratore della Brindisi Multiservizi e amministratore della Servizi Farmaceutici, le farmacie comunali insomma. Il Comune ha provveduto a pubblicare un invito lo scorso novembre, ha scremato le candidature eliminando coloro che non erano incompatibili e ha provveduto alla selezione pubblica. Una bella chiacchierata a tu per tu con la Commissione – presente la sindaca Angela Carluccio – per spiegare come e perché fosse giusto essere scelti. E poi la prima cittadina ha decretato la nomina fiduciaria, appunto. Una domanda sorge spontanea: se qualcuno avesse un po’ ‘gonfiato’ il proprio curriculum, la commissione e la sindaca – “cui la legge demandata il potere di assegnazione” – se ne sarebbero accorti?

Perché, in effetti, è accaduto con il prescelto alla guida della Multiservizi, Vito Camassa. È bastato scaricare dal portale del Comune il suo curriculum vitae e procedere con le visure per comprendere che c’era qualche svista. Tanto per cominciare, come ha riportato il commercialista Cristiano D’Errico sul portale Brindisi Report, una società citata dal nuovo amministratore della Multiservizi non esiste: è il lido gestito da un’altra società di cui è stato socio. Una superficialità, diciamo. Tuttavia c’è qualcosa di più, che finora non era mai stato scritto.

Procediamo con ordine. Nulla da obiettare su molti degli incarichi riportati nel curriculum. Tuttavia almeno tre voci hanno qualcosa che non torna. Non il massimo per un nuovo dirigente di una società partecipata, che conta quasi 200 dipendenti e versa in una grave crisi finanziaria.

– Camassa, infatti, dice di essere stato amministratore unico della della Oasis s.r.l., società che si occupa di gestire strutture alberghiere, della quale sono stati soci o consiglieri la moglie, la figlia e il fratello di Giovanni Antonino, ex sindaco di Brindisi con diversi trascorsi giudiziari recentemente tornato ad occupare un ruolo dirigenziale in Ncd. Secondo il suo curriculum, ha amministrato la Oasis dal 26/2/2010 al settembre 2013. In realtà la sua carica è iniziata l’11 gennaio 2010 ed è terminata il 5 novembre 2010. Ben due anni e nove mesi prima di quanto riportato nel documento presentato al Comune di Brindisi per la candidatura. Contattato, Camassa risponde: “Non mi ricordavo le date precise, ciò non significa che non l’ho fatto. Sono stato l’amministratore. È un errore di data, non inficia nulla. I parenti di Antonino nella società? Posso fare una società anche con Gesù Cristo”.

L’Alternativa, azienda commerciale, risulta in attività “su denuncia della ditta” dal 1991 al 1993. Camassa però scrive sul suo curriculum di esserne stato titolare a partire dal giugno 1976. Come si spiega quella differenza di ben quindici anni? Così Camassa spiega: “Non ricordavo bene le date, nei giorni precedenti alla consegna sono stato malato. Il negozio era mio o no? Cosa cambia se per tre, cinque o dieci anni?”.

– Camassa aggiunge inoltre di essere stato titolare di una ditta individuale di somministrazione alimenti e bevande dal 25 giugno 2013 al dicembre 2016. In realtà si tratta di una ditta inattiva, iscritta nel gennaio 2013 “senza immediato inizio di attività”. Tradotto: è stata aperta, ma non ha mai stata esercitato praticamente alcuna attività. Camassa replica: “Si trattava di un furgoncino, non mi hanno permesso di aprire”.

La sindaca Carluccio aveva aderito alla campagna ‘Sai chi voti’ promossa da Riparte il futuro. Secondo la stessa associazione, quando è arrivato il momento di nominare gli amministratori delle partecipate, “non tutti i criteri sono stati rispettati”. Tra questi, “è mancata la pubblicazione dei curriculum vitae degli auditi, prima della data dell’audizione, in tempi utili per consentire ai cittadini di valutare i profili professionali dei candidati” e “le audizioni concepite dal Comune di Brindisi non consentivano a cittadini e giornalisti di prendere la parola”.

Un aspetto fondamentale: “Il diritto d’intervento è un pilastro portante di questo metodo di selezione dei vertici delle società controllate dalle amministrazioni comunali, il quale funziona proprio a condizione che media, associazioni e cittadini – spiegano – abbiano la possibilità di porre domande agli aspiranti dirigenti, mettendo in evidenza luci e ombre dei curricula e delle loro carriere professionali”. Se il profilo di Camassa fosse stato pubblico con largo anticipo, forse le incongruenze sarebbero venute a galla prima o durante l’audizione da cui è scaturita la nomina. Una scelta, quella di Camassa, che – secondo le opposizioni – ha tutto il sapore delle “logiche politiche”. Ma fatta in nome della trasparenza.

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