Il pm della Dda di Milano Paolo Storari ha chiesto stamane ai giudici delle misure di prevenzione di estendere il commissariamento di Fiera Milano a tutte le attività e non solo a quella legata all’allestimento di stand. La proposta, formulata nell’ambito dell’indagine su presunte infiltrazioni mafiose nei lavori del gruppo, tra cui anche quelli di alcuni padiglioni di Expo, riguarda anche la contestuale revoca del cda di Fiera spa e della controllata per l’allestimento di stand fieristici Nolostand, lasciando la guida in mano solo al commissario Piero Capitini e a una squadra di tecnici nominata dalla magistratura.

La richiesta è stata formulata nella mattinata di martedì 20 dicembre davanti al Tribunale di Sorveglianza che ha, nel frattempo, concesso la proroga di sei mesi per il commissariamento di Nolostand. La necessità della misura, ha spiegato in aula il Pm antimafia, si basa su nuovi elementi emersi nel corso delle indagini su presunte infiltrazioni mafiose in alcuni sub appalti. Elementi che portano oggi l’accusa ad affermare che le modalità di gestione delle società e degli appalti non sono cambiate. Per la Procura di Milano in Fiera Milano esisterebbe infatti ancora un meccanismo di tangenti per ottenere appalti, nonostante una sua controllata, la Nolostand, sia stata messa in amministrazione giudiziaria nell’ambito dell’inchiesta dell’antimafia milanese. In particolare, ha ricostruito il Pm, “taluni soggetti, allontanati da Fiera, sono in grado di utilizzare segreterie e strutture per far ottenere commesse e appalti a società che già lavoravano in precedenza e che risulta paghino tangenti a privati, cioè impiegati e quadri intermedi, e non figure apicali quindi, di Fiera Milano per poter lavorare”. A supporto delle sue richieste il magistrato ha poi depositato copie di bonifici bancari di presunte tangenti pagate prima del commissariamento di Nolostand oltre a verbali e intercettazioni più recenti di soggetti che sostengono che “le persone allontanate sono ancora in grado di condizionare”. Per il 17 gennaio il Tribunale ha fissato una nuova udienza per consentire alle difese di Fiera Milano e dei suoi azionisti di poter argomentare sulle richieste della Procura, quindi si riserverà una decisione.

Nolostand è la controllata di Fiera Milano finita in un’inchiesta dell’antimafia milanese che aveva portato nei mesi scorsi all’arresto di 11 persone. Secondo le indagini ci sarebbero state infiltrazioni mafiose nei sub appalti in particolare al Consorzio Dominus. L’ipotesi accusatoria è in dettaglio che il Consorzio, che aveva ottenuto alcuni appalti da Nolostand per 18 milioni di euro anche per realizzare lavori in padiglioni di Expo 2015, abbia agevolato alcune famiglie mafiose. Negli uffici di Fiera Milano a Rho la notizia della richiesta del pm avrebbe provocato grande sorpresa e sconcerto. Dopo un iniziale no comment la società ha precisato in una nota che “la controllata Nolostand sta continuando a realizzare le proprie attività industriali in stretta e costante collaborazione con l’amministratore giudiziario”.

Analoga richiesta di commissariamento di Fiera spa era stata formulata lo scorso autunno dagli inquirenti, ma i giudici, presieduti da Fabio Roia, si erano limitati a un ramo d’azienda per evitare che la misura “assuma un carattere sanzionatorio o repressivo in contrasto con la finalità tipica di prevenzione e di (ri)costituzione di una imprenditorialità sana”. In scia alla reiterata richiesta il titolo di Fiera Milano è crollato in Borsa ed è arrivato a perdere quasi il 5% per poi recuperare e chiudere a -0,84 per cento.

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