La città di New York risarcirà la famiglia di Eric Garner con 5,9 milioni di dollari. La morte dell’afroamericano strangolato da un poliziotto a Staten Island, quasi un’anno fa, innescò una serie di proteste in molti stati federali americani. Colpevole di contrabbando di sigarette e ucciso da una presa vietata dal NYPD  l’uomo venne ripreso nel suo ultimo momento di agonia in cui gridava – “I can’t breath”,”non riesco a respirare” per ben 11 volte. Un grido divenuto la colonna sonora delle tante manifestazioni che hanno infiammato l’America lo scorso anno, i giocatori dell’NBA giocarono molte partite indossando la maglietta con scritto “I can’t breathe” , come fecero i loro colleghi del football.

La richiesta iniziale di risarcimento, di 75 milioni di dollari, era stata presentata dalla madre e dalla moglie di Garner, dopo una lunga battaglia legale culminata in un ultimatum da parte delle due donne. La data scelta come scadenza è la data dell’anniversario della morte dell’uomo di 43 anni, il 17 luglio prossimo, ora sembra ci sia un’accordo ma l’inchiesta non è ancora stata ufficialmente chiusa. Al contrario, il gran giurì di Staten Island ha deciso di non incriminare il poliziotto, chiudendo in breve tempo l’inchiesta sull’uomo, Daniel Pantaleo. Sulla vicenda intervenne anche Barack Obama: “In questo Paese fino a quando non tutti saranno trattati in maniera uguale davanti alla legge sarà un problema. E il mio compito come presidente è di risolvere questo problema”.

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